Domani si sapranno finalmente i risultati finali di queste elezioni 2014 in India. Di seguito, nell’attesa, quattro scenari possibili su cosa potrebbe succedere già da dopodomani.
Appesi all’incognita sulla veridicità degli exit poll, domani pomeriggio potrebbe essere davvero il momento della svolta epocale, l’inizio ufficioso dell’era Modi nel subcontinente indiano. L’aritmetica parlamentare traccerà il solco per il prossimo governo, determinando i rapporti di forza all’interno della Lok Sabha e, di conseguenza, l’agibilità che Narendra Modi, a capo della coalizione di destra del National Democratic Alliance (Nda), avrà nel governare il secondo paese più popoloso del mondo. Le opzioni, in vari gradi di probabilità, potrebbero essere le seguenti:
– Nda sopra i 273 seggi (probabile): Modi godrebbe della maggioranza relativa in parlamento senza la necessità di farsi sostenere dai partiti regionali fuori dall’alleanza. In questo caso la Nda avrebbe agilità massima nel proporre e far passare senza intoppi qualsiasi norma, dovendo preoccuparsi solamente di “tenere a bada” le frange più estremiste della destra hindu, la costellazione di gruppi extraparlamentari parafascisti come il Vhp e la Rss. Proprio oggi, ad esempio, uno degli ideologi della Rss – M.G. Vaidya – ha dichiarato alla stampa di aspettarsi che Modi, vantando una maggioranza così consistente, porti a compimento la legalizzazione del progetto di costruire sulle ceneri della moschea Babri di Ayodhya (rasa al suolo da una folla di estremisti hindu agli inizi degli anni Novanta, con conseguenti pogrom anti-musulmani in tutto il paese) il famoso tempio di Ram tanto voluto dai “falchi” del Bjp: una misura altamente impopolare e portatrice di guai che Modi – personaggio autoritario e politicamente molto acuto – si spera non intenda perseguire, specie all’inizio del proprio mandato.
– Nda intorno ai 250 seggi e Indian National Congress intorno ai 100 (molto probabile): l’opzione che Modi teme di più, ovvero vincere le elezioni ma non vincerle con uno scarto tale da poter “governare da solo”. In questo caso l’accentratore chief minister del Gujarat sarebbe costretto a scendere al mercato delle alleanze, cercando appoggi esterni da temporanei – e inaffidabili – compagni di ventura (si parla di Jayalalithaa in Tamil Nadu, Naveen Patnaik in Orissa, Mayawati in Uttar Pradesh ma anche – e si rasenterebbe il grottesco – di Mulayam Singh Yadav in Uttar Pradesh e Mamata Banerjee in Bengala Occidentale). Di fatto, quindi, il governo Modi vivrebbe in perenne ostaggio degli umori di partiti più piccoli ma detentori di seggi utili a far superare la soglia di 273. Sarebbero i cosiddetti “kingmaker” e terrebbero in costante ricatto l’esecutivo, minacciando la sfiducia parlamentare per guadagnare peso all’interno del governo e guidare le politiche nazionali secondo le richieste locali (immobilismo già ampiamente sperimentato dal Congress in questi due mandati, una tragedia per un’India che ha disperato bisogno di prendere decisioni importanti di materia economica, sviluppo, infrastrutture su tutte).
– Nda intorno ai 200 seggi e Indian National Congress intorno ai 140 (improbabile): è un’ipotesi che in queste ore pochi coraggiosi dell’Inc stanno avanzando a mezza voce sui media nazionali. L’Inc potrebbe imbarcarsi in una crociata anti-Modi cercando l’appoggio – o più probabilmente appoggiando – una coalizione di partiti regionali, il fantomatico Third Front, un’accozzaglia di prime donne con l’unico obiettivo di scongiurare un governo Modi nel paese. Un’alleanza dalla durata imprevedibile, con idee discordanti su praticamente ogni aspetto della governance: eventualità dall’altissimo potenziale cabarettistico ma portatrice di scenari da armageddon per il futuro prossimo del subcontinente.
– Exit poll sbagliati, vince l’Indian National Congress (altamente improbabile): sarebbe uno scenario che nemmeno il matrimonio rosso di Game of Thrones. Accuse di brogli, tensione alle stelle e quasi certamente violenza per le strade. Fortunatamente, nel mondo reale, non pare un’opzione considerabile, ma per completezza non si poteva non aggiungerla (visto che è già successo nel 2009, anche se i margini di distanza egli exit poll erano molto più sottili).
Domani si sapranno finalmente i risultati finali di queste elezioni 2014 in India. Di seguito, nell’attesa, quattro scenari possibili su cosa potrebbe succedere già da dopodomani.