spot_img

Coronavirus: il Giappone si sgancia dalla Cina


Il Giappone sposta la produzione fuori dalla Cina stanziando 2,2 miliardi di dollari per aiutare le proprie imprese. Favorevoli gli Stati Uniti

Lo scorso aprile il Giappone ha stanziato 2,2 miliardi di dollari per aiutare le proprie aziende a spostare la produzione fuori dalla Cina. Il motivo – o il pretesto, secondo alcuni analisti – è la crisi del coronavirus, che ha causato un blocco alla catena di approvvigionamento. Le industrie giapponesi sono infatti fortemente dipendenti dalla Cina per l’importazione di componenti e materie prime necessarie alla produzione. Più in generale, Pechino è il principale partner commerciale di Tokyo.

Con questa mossa, insomma, il Giappone punta a “sganciarsi” dalla Cina per rafforzare – diversificandola – la propria filiera manifatturiera, riportando parte della produzione in patria e trasferendo il resto in Paesi del sud-est asiatico. Non è un progetto semplice da realizzare, considerata l’importanza della Cina e del suo mercato, ma che – secondo un’analisi di The Diplomat – potrebbe avere successo, anche per ragioni geografiche.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €35

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €15

- Advertisement -spot_img

Elezioni regolari e senza disordini in Senegal

La politica estera italiana nel 2024

La corsa di Modi verso il terzo mandato

L’opposizione venezuelana trova la sua candidata

rivista di geopolitica, geopolitica e notizie dal mondo