Il ciclismo si dimostra la chiave della scolarizzazione femminile in India.
La scuola è dove i bambini acquisiscono le nozioni e le competenze sociali che faranno di loro degli adulti ben inseriti.
Sorge una difficoltà politica insormontabile quando un essere umano, che lo Stato considera un minore, viene invece inquadrato dalla società come adulto. La bambina (perché è nei fatti una femmina) è potenzialmente una “scheggia impazzita” che va tenuta al riparo tra le mura domestiche per essere consegnata alle cure del nuovo ordine patriarcale che saprà proteggerla dalle insidie della vita.
Storicamente questo è uno dei nodi che lo stato indiano si è rivelato incapace di sciogliere o allentare. Dopo 70 anni di vita repubblicana – di idealità mirata all’istruzione e all’eguaglianza universali – le donne in India continuano a essere la principale minoranza del Paese.
Molti sono i problemi dell’istruzione scolastica in India: lo Stato non cura a sufficienza l’istruzione primaria; l’apprendimento dell’inglese benché fondamentale per preparare il bambino a vivere nel XXI secolo, si scontra con la realtà della vita rurale indiana; troppa attenzione viene dedicata al profitto di alcune parti interessate (attraverso l’edilizia e l’impiego scolastico) senza badare ai risultati (molti bambini indiani finiscono la scuola primaria senza aver imparato a leggere e scrivere). Vi è poi la povertà, che spesso costringe le famiglie a ritirare i figli da scuola per mandarli a lavorare, e il forte radicamento di strutture patriarcali per le quali l’istruzione delle donne è inutile, poiché destinate a vivere in ambito domestico e subordinato.
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Il ciclismo si dimostra la chiave della scolarizzazione femminile in India.