Sono bastati tre mesi per far capitolare un altro grande obiettivo presunto della demonetizzazione, il repulisti di banconote da 500 e 1000 rupie imposto a sorpresa dal primo ministro Narendra Modi lo scorso 8 novembre. Pare infatti che le nuove banconote da 2000 rupie, su cui la fabbrica di fake news indiana ha dato il meglio di sé raccontando di sistemi di sicurezza fantascientifici, siano già state replicate con un alto grado di precisione dai contraffattori oltreconfine e stiano entrando in territorio indiano attraverso il Bangladesh. Colpa, anche, dell’effetto sorpresa voluto da Modi, che non avrebbe dato il tempo alla zecca di stato di preparare delle banconote davvero a prova di falsario.
Qui in India ricordiamo tutti il senso di spaesamento collettivo quando, tra le ragioni cardine della demonetizzazione, il primo ministro Narendra Modi ha citato il finanziamento del terrorismo (sottinteso, pachistano) attraverso migliaia e migliaia di banconote indiane contraffatte. Una piaga che, ritirando i due tagli più alti in circolazione, sarebbe stata immediatamente debellata dalla Repubblica indiana.
In effetti, come riportava The Diplomat, i dati sulle banconote false in circolazione in India erano di certo allarmanti: secondo la Reserve Bank of India (la banca centrale indiana) solo nel 2015 le autorità erano riuscite a sequestrare quasi 600mila banconote indiane false, la maggior parte delle quali da 500 rupie. Soldi stampati oltreconfine che, secondo Modi, venivano immessi nel mercato indiano per sostenere le attività terroristiche di gruppi estremisti islamici pachistani.
Durante le prime ore post demonetizzazione i sostenitori del primo ministro hanno iniziato a diffondere delle schede tecniche fantascientifiche delle nuove banconote da duemila rupie, alimentando una catena di S. Antonio subcontinentale attraverso un video condiviso via Whatsapp. Nel video un non meglio specificato «esperto» spiegava che le nuove banconote sarebbero state dotate di un «nano-microchip» satellitare che ne avrebbe permesso la tracciabilità in tutto il pianeta Terra, risolvendo così l’annosa questione delle riserve di «black money» ammassate negli scantinati dai malfattori indiani. Una bufala di dimensioni apocalittiche che però, vista l’enorme viralità, in meno di 24 costrinse la Reserve Bank of India a far uscire un comunicato chiarificatore.
Pochi mesi dopo l’introduzione della nuova cartamoneta, le autorità del Bengala Occidentale hanno messo a segno i primi sequestri di modelli di banconote da 2000 rupie false, prototipi introdotti nel mercato indiano dal Pakistan (via Bangladesh) per testarne la verosimiglianza con gli originali della zecca indiana.
La polizia federale indiana (Nia) ha requisito 40 banconote false da 2000 rupie ad Azizur Rahman, 26enne del distretto di Malda (Bengala Occidentale). Indian Express racconta che Rahman, durante l’interrogatorio, avrebbe spiegato che le banconote provenivano da laboratori illegali pachistani al lavoro grazie alle «dritte» dei servizi segreti di Islamabad. Le prime banconote false da 2000, acquistabili dai contrabbandieri per 400-600 rupie vere, sono già reperibili nel vicino Bangladesh, pronte per la «prova su strada» in territorio indiano.
I tecnici della Nia, analizzando i falsi, hanno rilevato che 11 delle 17 «security features» standard per le banconote indiane sarebbero state replicate fedelmente, lasciando intendere che presto l’India sarà di nuovo sommersa da denaro contraffatto esattamente come prima dell’8 novembre 2016.
Questo perché le nuove banconote da 2000 rupie sono di fatto identiche, in termini di sicurezza, alle 500 e 1000 ritirate in questi mesi. Un funzionario della Securities Printing and Minting Corporation of India Limited (Spmcil, una delle compagnie private a cui viene appaltata la stampa di nuove banconote da parte della Rbi) ha spiegato a Indian Express: «Non c’è stato il tempo di introdurre nuove procedure di sicurezza nelle nuove banconote da 2000 e 500 rupie poiché la decisione [di procedere con la demonetizzazione] era stata presa solo cinque mesi fa. L’ultima volta che le specifiche di sicurezza sono state aggiornati è stata nel 2005».
Sono bastati tre mesi per far capitolare un altro grande obiettivo presunto della demonetizzazione, il repulisti di banconote da 500 e 1000 rupie imposto a sorpresa dal primo ministro Narendra Modi lo scorso 8 novembre. Pare infatti che le nuove banconote da 2000 rupie, su cui la fabbrica di fake news indiana ha dato il meglio di sé raccontando di sistemi di sicurezza fantascientifici, siano già state replicate con un alto grado di precisione dai contraffattori oltreconfine e stiano entrando in territorio indiano attraverso il Bangladesh. Colpa, anche, dell’effetto sorpresa voluto da Modi, che non avrebbe dato il tempo alla zecca di stato di preparare delle banconote davvero a prova di falsario.