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L’accordo sulla Brexit è a un passo, ma a Londra non piace a nessuno


La maratona è quasi finita dicono a Bruxelles. Nel Regno però cresce un’opposizione trasversale al "deal" che si profila: unionisti irlandesi, “brexiteers”, laburisti e perfino diversi Tory “remainers” fedeli al premier. May gioca il bluff della sua vita, ma si fa strada l’opzione di un secondo referendum

Un cartellone danneggiato dalla pioggia in favore di un secondo referendum sulla Brexit presenta le immagini dell'ex ministro degli esteri Boris Johnson e dell'ex ministro dei trasporti Jo Johnson, a Westminster, Londra, Gran Bretagna, 12 novembre 2018. REUTERS / Henry Nicholls

La maratona è quasi finita dicono a Bruxelles. Nel Regno però cresce un’opposizione trasversale al “deal” che si profila: unionisti irlandesi, “brexiteers”, laburisti e perfino diversi Tory “remainers” fedeli al premier. May gioca il bluff della sua vita, ma si fa strada l’opzione di un secondo referendum

Londra – Count-down su Brexit. Mentre scriviamo i due capo-negoziatori esecutivi delle due parti, Sabine Weyland per l’Unione Europea e Olly Robbins per il Regno Unito, sono impegnati in una maratona estenuante per risolvere gli ultimi nodi dell’accordo di divorzio. La notizia della tarda serata di lunedì, diffusa da Michel Barnier, è che il testo finale sarebbe quasi chiuso e che mancherebbe l’assenso dei ministri britannici.

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