Il lascito umano del Presidente del Parlamento europeo e la sua forza di volontà nel rafforzamento delle istituzioni europee non saranno dimenticati. Ricordiamo il caloroso saluto rivolto agli studenti dell’Eastwest European Institute
Se c’è qualcuno che realmente incarna lo spirito europeista, quello è David Sassoli. Difficile parlare già al passato di una persona, un marito, un padre, un giornalista, che ha saputo entrare con pacatezza e professionalità nelle case degli italiani negli anni in Rai, con servizi spesso vicini ai temi sociali e con la conduzione del Tg1 delle 20. La sua figura ha ispirato nuove generazioni di operatori dell’informazione, che dallo standing di Sassoli possono imparare un savoir-faire, per lui innato, nel saper comunicare messaggi complessi in maniera chiara, nell’approfondimento, nella comprensione delle difficoltà del prossimo.
Leggi la nostra intervista a David Sassoli.
E infatti, non a caso, Sassoli è davvero riuscito a farsi apprezzare anche a livello politico, e a prescindere dall’appartenenza partitica. La dimostrazione arriva dal cordoglio bipartisan per la sua morte, avvenuta nel corso della sua seconda vita lavorativa, da esponente del Partito democratico e, ancor di più, da Presidente del Parlamento europeo. Una presidenza tutta italiana, che da Antonio Tajani è passata a Sassoli, protagonista del modello Ursula che ha creato le condizioni affinché si avviassero i lavori della Commissione von der Leyen.
Poche settimane fa, cosa nota, il Presidente del Parlamento europeo ha annunciato l’intenzione a non ricandidarsi alla carica, perché — ha affermato Sassoli — “abbiamo fatto tanto per allargare la maggioranza Ursula. Io non voglio spaccare il fronte europeista. Per questo non sono disponibile”. Un’attenzione alla salvaguardia delle istituzioni, una sensibilità evidente quella di Sassoli, che ha posto al centro dei suoi sforzi l’attività del Parlamento, cercando quella primazia che ancora i trattati non concedono del tutto ai deputati europei.
“Ho riunito oggi tutti i deputati e le deputate che hanno partecipato alla riflessione sul futuro del Parlamento e della democrazia parlamentare europea dopo l’esperienza della pandemia”, affermò David Sassoli nel mese di luglio 2021. “Ho ricevuto le raccomandazioni dei gruppi di lavoro che per tre mesi hanno discusso del futuro del Parlamento. Sì è trattato di un lavoro straordinario che — ricordava Sassoli —, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, ha visto la partecipazione attiva e appassionata di tanti deputati e tante deputate, un importante scambio di esperienze. Questa è solo la fine del primo tempo. L’obiettivo ora è rafforzare la centralità del Parlamento nel contesto istituzionale e nel rapporto coi cittadini”.
Il primo tempo di Sassoli è finito, ma seguirà il suo secondo tempo. Perché il lascito umano e la forza di volontà nel rafforzamento delle istituzioni europee persiste e continua, grazie ai molteplici messaggi disseminati in questi ultimi anni. Compreso quello rivolto agli studenti dell’Eastwest European Institute in occasione dell’avvio dei lavori dell’Eastwest Online Model EU, nel 2020.
“Sarà una bella esperienza. Potrete entrare in prima persona nel meccanismo legislativo europeo, capire le dinamiche, le modalità, le regole, immedesimarvi e farlo vostro. Questo è un esercizio che non solo ha un valore pedagogico, ma vi avvicinerà al ruolo del Parlamento nel processo legislativo e anche in quello di autorità politica. Vi immergerà nello spirito europeo, che si basa sulla solidarietà, la collaborazione, la volontà di confrontarsi per trovare soluzioni per i nostri cittadini. Dobbiamo conoscere i meccanismi per poterli anche cambiare”.
“Non dobbiamo avere paura della democrazia — ci ricordò Sassoli —, dobbiamo usarla, dobbiamo usarne gli strumenti e la sua vitalità. Voi siete la vostra migliore opportunità, i veri ambasciatori del sogno europeo dei nostri Paesi, siete gli eredi di pionieri che hanno pensato che dopo i disastri della guerra poteva nascere una nuova epoca. Oggi dobbiamo non solo rafforzarla, ma permettere all’Europa di essere un esempio per gli altri”.