Secondo il Mainichi Shimbun, media giapponese, i cinesi avevano avvertito il Giappone, circa l’intenzione di ampliare la propria zona di identificazione di difesa aerea già nel 2010. Secondo documenti di cui sarebbe entrato in possesso il Mainichi Shimbun, ci sarebbe stato un meeting tra ufficiali dell’esercito cinese e giapponese, alla China Foundation for International and Strategic Studies a Pechino, il 14 e il 15 maggio del 2010. All’epoca, secondo quanto rivelato, la Cina avrebbe già stabilito la propria zona di difesa aera, pur senza averla rivelata pubblicamente.
Quanto emerso – dunque – indicherebbero che la Cina avrebbe specificato le proprie intenzioni ai giapponesi, almeno tre anni prima del suo annuncio ufficiale (dal che ne consegue, aggiungiamo, che anche gli Stati Uniti ne fossero ampiamente al corrente).
I verbali – scrive il giornalista giapponese – mostrerebbero che nei piani della Cina, già nel 2010, non solo c’era l’intenzione di istituire la zona di difesa, ma che questa già prevedeva una sovrapposizione a quella giapponese, specialmente in relazione alle isole contese (Senkaku per i giapponesi, Diaoyu per i cinesi).
Il piano, infatti, dichiarava che l’Adiz avrebbe creato una «sovrapposizione di circa 100 miglia nautiche» rispetto alla zona di difesa aerea giapponese. Secondo il verbale, un generale di brigata del PLA avrebbe anche chiesto ai giapponesi, che cosa ne pensassero di questa sovrapposizione, foriera, ovviamente di contestazioni e problematiche per tutta l’area.
I giapponesi avrebbero risposto, all’epoca, temporeggiando: «La Cina non ha annunciato questa Adiz alla comunità internazionale, quindi è impossibile oggi, dire che le nostre zone di difesa aerea si sovrappongono. Quindi non possiamo fare ulteriori commenti».
Nel maggio 2009, ha scritto il quotidiano giapponese, «un anno prima della riunione di Pechino, la Cina ha presentato una domanda provvisoria alla Commissione delle Nazioni Unite sui limiti della piattaforma continentale per estendere la piattaforma della Cina al di là delle 200 miglia nautiche standard (circa 370 chilometri) dalla costa. La Cina ha presentato una domanda formale nel dicembre del 2012, che, se concessa avrebbe riconosciuto la sovranità cinese su un tratto di mare corrispondente grosso modo la portata della sua Adiz».
Il giornalista infine specifica che, a seguito di queste e altre avvisaglie, il Giappone avrebbe aumentato la propria sorveglianza nella zona.
Secondo il Mainichi Shimbun, media giapponese, i cinesi avevano avvertito il Giappone, circa l’intenzione di ampliare la propria zona di identificazione di difesa aerea già nel 2010. Secondo documenti di cui sarebbe entrato in possesso il Mainichi Shimbun, ci sarebbe stato un meeting tra ufficiali dell’esercito cinese e giapponese, alla China Foundation for International and Strategic Studies a Pechino, il 14 e il 15 maggio del 2010. All’epoca, secondo quanto rivelato, la Cina avrebbe già stabilito la propria zona di difesa aera, pur senza averla rivelata pubblicamente.