Sabato 15 ottobre si terrà a Goa, India meridionale, un meeting tra i capi di stato dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Viste le contingenze geopolitiche recenti, gli occhi degli analisti indiani sono puntati sulla Russia, alleato storico dell’India reduce dalla prima esercitazione militare su terra con le truppe pakistane, in Pakistan. Dettaglio che pare abbia innervosito non poco la diplomazia di New Delhi.
La storia dei rapporti tra Mosca e New Delhi è vecchia come l’India indipendente. All’indomani della Partition tra India e Pakistan e il conseguente assestamento di entrambi i paesi nelle sfere d’influenza internazionali, l’appoggio degli Stati Uniti al neonato Pakistan non ha fatto altro che consolidare un’alleanza «naturale» tra l’India socialista e l’allora Unione Sovietica. Un rapporto che, cementificandosi nell’antiamericanismo tradizionale della classe dirigente indiana – sostanzialmente «terzista» e votata alla guida della sfortunata esperienza politica internazionale dei cosiddetti «paesi non allineati» tra gli anni ’50 e ’60 – ha attraversato quasi indenne sei decenni di storia, specie nelle relazioni commerciali-militari. L’India, formalmente dotata dell’esercito di terra più numeroso del mondo, dipende profondamente dalla Russia per la propria potenza bellica: carri armati, elicotteri, armi da fuoco sono in gran parte (oltre due terzi) di manifattura russa che, seppur datata, necessita ancora di manutenzione e pezzi di ricambio gentilmente offerti dall’industria bellica di Mosca.
Ma cercare di leggere la geopolitica internazionale attraverso il prisma degli «schieramenti a blocchi», oggi, non solo sarebbe inutile, ma proprio deleterio e fuorviante. In questo Narendra Modi, per l’India, è già stato un grande innovatore, interpretando meglio di altri primo ministro (vero è che i tempi sono cambiati, ma diamogliene credito) il ruolo che New Delhi può avere in un contesto internazionale di fatto multipolare: non esistono grandi potenze «amiche» e altre «nemiche», esistono superpotenze interdipendenti che fanno affari per mutuo vantaggio e giocano su tavoli diversi partite diplomatiche diverse (e vale anche e soprattutto per i rapporti sino-indiani).
In quest’ottica lo spostamento di Putin verso Islamabad viene interpretato come mossa uguale e contraria alle aperture politiche di Washington verso New Delhi, a discapito dello «storico sostegno» al Pakistan. E se sul piano diplomatico questo continuo rimescolamento di carte prevede, nel nostro caso, le reprimende ufficiali indiane a Mosca – con l’inviato indiano in Russia che dichiara: «Abbiamo comunicato [a Mosca] la nostra visione della cooperazione militare tra Russia e Pakistan, uno stato che sponsorizza e pratica il terrorismo come politica nazionale, definendola un approccio sbagliato. Creerà solo ulteriori problemi» – è vero che i rapporti commerciali tra Russia e India sono quantomeno costanti e, secondo le anticipazioni della stampa indiana, nel futuro prossimo cresceranno.
L’Indian Express, riportando le indiscrezioni di una fonte all’interno del governo di New Delhi, in un articolo delinea la «lista della spesa» che sarà messa sul tavolo bilaterale di Modi e Putin a margine del meeting di Goa: l’India vuole comprare dalla Russia quattro fregate «stealth» e un sistema di contraerea S-400, discutendo inoltre per far appaltare la produzione di 200 elicotteri russi Kamov-226T all’industria bellica indiana. Secondo il quotidiano indiano, solo il sistema missilistico dovrebbe costare 4,5 miliardi di dollari.
Ma il potenziale di business sull’asse Mosca – New Delhi non si ferma agli armamenti. Lo sa bene Putin che, in una recente intervista congiunta a Sputnik News e Ians, ha lodato i rapporti tra India e Russia identificando New Delhi come un «partner strategico particolarmente privilegiato», nonostante l’interscambio tra le due economie sia recentemente in declino (Scroll.in ricorda che nel 2015 è diminuito del 7,8 per cento). Una debacle temporanea, secondo il presidente russo, che ha annunciato la discussione a Goa di 20 progetti commerciali comuni nei settori di chimica, infrastrutture, trasporto e aeronautica, farmaceutico. Senza contare l’energia nucleare, che vede la Russia tra i principali fornitori di uranio arricchito e tecnologia industriale per la realizzazione di centrali nucleari in India (una, già in funzione, si trova a Kudankulam, in Tamil Nadu: attiva dal 1998, la centrale è stata fortemente osteggiata dalla popolazione locale).
C’è motivo di credere, quindi, che lo scontro a bassa intensità per le esercitazioni militari in Pakistan sarà debitamente messo da parte nella due giorni di Goa, prediligendo trattative commerciali di cui entrambi i paesi hanno bisogno.
@majunteo