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America Latina: sempre più cinese


Washington e Bruxelles dovranno riaffermare la propria presenza con azioni e concessioni concrete. Nelle condizioni attuali, infatti, una revisione della presenza cinese non conviene a nessun governo latinoamericano

Federico Larsen Federico Larsen
[BUENOS AIRES] Giornalista e docente italo-argentino. Collabora con Limes, El Pais Digital, Il Manifesto e altri. È membro dell’Istituto di relazioni internazionali dell’Università Nazionale di La Plata.

Washington e Bruxelles dovranno riaffermare la propria presenza con azioni e concessioni concrete. Nelle condizioni attuali, infatti, una revisione della presenza cinese non conviene a nessun governo latinoamericano

Dai latifondi a monocoltura di soia alle miniere per l’estrazione di litio e rame, passando per una base militare in Patagonia o un porto affacciato sull’Antartide, la Cina ha incrementato la propria presenza in America Latina in modo sorprendente. Pechino è attualmente il secondo partner commerciale della regione, con un volume di scambi che supera i 450 miliardi di dollari all’anno. Diversi studi mostrano che il suo ruolo è destinato a crescere, diventando il primo partner della regione nel 2035 con 700 miliardi di dollari di interscambi, e controllando di fatto un quarto del commercio regionale e le ambite materie prime dell’America Latina.

La presenza della Cina: dall’energia alla soia…

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