«Volevo dare a ebraico e arabo lo stesso peso e rispetto», spiega la designer Liron Lavi Turkenich. Così ha creato aravrit, una scrittura che li combina, ma comprensibile anche a chi conosce una sola lingua. Un potente strumento culturale, ora in mostra in Israele
Tel Aviv – Si legge shalom e contemporaneamente salam. È una sola parola, pace, scritta in ebraico nella metà superiore e in arabo in quella inferiore. «Mi sento come se avessi risolto un rompicapo!», scherza Liron Lavi Turkenich, designer di font, grafica e tipografa di Haifa.
La soluzione si chiama aravrit ed è un sistema di scrittura sperimentale che combina arabo ed ebraico. Tutta questione di coincidenze, nel senso tanto dell’accadere simultaneo e fortuito di circostanze, quanto di sovrapposizione di punti.
Liron Lavi Turkenich è nata e cresciuta a Haifa, che lei stessa descrive come «multilingue, multiculturale, la città simbolo della coesistenza in Israele. Eppure», continua la designer «un giorno ho realizzato che nonostante abbia vissuto circondata dalla lingua araba, non l’ho mai studiata, imparata, compresa. Per me è stato uno shock». Si può davvero chiamare “coesistenza” una situazione in cui persone che parlano due lingue diverse spesso non interagiscono gli uni con gli altri pur vivendo nella stessa città?
Da quel momento lo sguardo di Turkenich sul mondo intorno a lei è cambiato. Improvvisamente i cartelli stradali e i nomi delle vie, che in Israele sono scritti nelle tre lingue ufficiali, ebraico, arabo e inglese, le sono balzati agli occhi. «L’ebraico è più rilevante, i caratteri sono più grandi, la posizione è dominante. Volevo dare a ebraico e arabo lo stesso peso e rispetto».
La designer, una laurea allo Shenkar College di Tel Aviv in Comunicazione visiva e un master in design tipografico all’Università di Reading in Inghilterra, ha deciso di affrontare questo senso di disagio nella sua comfort zone, la grafica. L’arabo e l’ebraico sono lingue semitiche sorelle, entrambe si basano sulle radici e la grammatica è molto simile.
Aravrit, il nome scelto per il sistema di scrittura, è la contrazione delle parole ebraiche per le due lingue (aravit arabo e ivrit ebraico), parole che condividono la stessa identica radice. Ispirandosi all’oftalmologo francese Louis Emile Javal, che a fine ‘800 scoprì che le persone possono comprendere senza difficoltà un testo usando solo la metà superiore delle lettere latine, Turkenich ha messo alla prova ebraico e arabo. Le ventidue lettere dell’alfabeto ebraico si comportano come il latino mentre per leggere le ventinove lettere arabe, è necessario visualizzarne la metà inferiore. Un incontro perfetto.
«Ogni parola è frutto di un lavoro di dieci ore di design. Il risultato è un concetto comprensibile sia da chi parla solo ebraico sia da chi conosce solo l’arabo ma senza la possibilità di ignorare l’altra lingua».
Come progetto artistico, le parole in aravrit sono già state incluse in due mostre collettive in Israele: al Museum of Islamic and Near Eastern Cultures di Be’er Sheva e al Museum of Islamic Art di Gerusalemme. Fino al 14 maggio alcune tavole con parole in aravrit sono parte della mostra Facing The World: Type Design in Global Perspective alla Green Library della Stanford University. Il 4 e 5 marzo, in uno dei bar più trendy di Tel Aviv, il Kuli Alma, Liron Lavi Turkenich presenterà il progetto in un evento pop-up.
L’aravrit è diventato una sorta di meme nazionale e ha attirato persino l’attenzione del presidente Reuven Rivlin che l’anno scorso ha invitato la designer nel suo ufficio perché gli illustrasse come si creano le lettere ibride. La politica non ha ancora compreso come utilizzare questo nuovo strumento culturale ma sicuramente l’aravrit corrisponde perfettamente all’identità linguistica di un Paese come Israele dove l’arabo è la lingua madre tanto per i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania quanto per gli arabi-israeliani come i beduini e i drusi che hanno cittadinanza israeliana e per gli 850 mila ebrei emigrati da Paesi arabi.
Per Liron Lavi Turkenich il messaggio va oltre la politica, è calato nella realtà. «Come le due lingue si ritrovano insieme in una sola parola, ebrei e arabi vivono insieme in Israele, che piaccia o no. Non si può ignorare». Cos’è, quindi, l’aravrit per colei che l’ha inventato? «È il mio progetto di vita».
@Fabiana_Mag
«Volevo dare a ebraico e arabo lo stesso peso e rispetto», spiega la designer Liron Lavi Turkenich. Così ha creato aravrit, una scrittura che li combina, ma comprensibile anche a chi conosce una sola lingua. Un potente strumento culturale, ora in mostra in Israele