Erevan accusa Baku di sconfinamento territoriale e chiede l'intervento della Russia, che nel conflitto del Nagorno Karabakh riveste un ruolo fondamentale per la mediazione
Erevan accusa Baku di sconfinamento territoriale e chiede l’intervento della Russia, che nel conflitto del Nagorno Karabakh riveste un ruolo fondamentale per la mediazione
Uno sconfinamento territoriale dell’esercito dell’Azerbaijan in Armenia ha provocato l’ira di Erevan, con il Primo Ministro Nikol Pashinyan che ha parlato di “atto di infiltrazione sovversiva”, chiedendo l’intervento della Russia. Le truppe azere sarebbero penetrate per 3.5 chilometri verso il lago Sev in un’area di confine non ancora del tutto delineata. Ora la Russia potrebbe aiutare i due Paesi a stabilire definitivamente il tracciamento territoriale, come proposto dal Ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Si torna a parlare, così, delle due nazioni scontratesi recentemente nel Nagorno Karabakh, che nel mese di novembre 2020 ha visto la débâcle armena e una crisi politica interna senza precedenti.
L’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva
Pashinyan ha chiesto a Mosca un intervento militare nell’ambito dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, dal quale l’Azerbaijan è uscito del 1999. Lavrov ha affermato che “la richiesta dei nostri colleghi armeni è stata presa in considerazione e abbiamo discusso lo stato delle relazioni tra Erevan e Baku”. Possibile la creazione di una commissione congiunta Armenia-Azerbaijan, con Mosca che “potrebbe prendere parte come consulente, come mediatore”, ha specificato il Ministro degli Esteri russo.
La Russia gioca un ruolo fondamentale nell’area caucasica e, ancor di più, nel conflitto del Nagorno Karabakh: la presenza della Federazione permise il raggiungimento del cessate-il-fuoco nell’ultimo conflitto. Insieme alla Turchia, venne firmato un Memorandum of Understanding per la creazione di una forza di peacekeeping per il monitoraggio e l’implementazione dell’accordo. La nuova fiammata nelle tensioni tra Erevan e Baku preoccupa, ma le parti non sembrano intenzionate a esacerbare la situazione.
Le vecchie mappe dell’area
Lo sconfinamento sarebbe scaturito da vecchie mappe sulle quali gli azeri avrebbero basato i loro calcoli per gli spostamenti di truppe. “Le misure di rafforzamento dei sistemi di protezione del confine sono state implementate all’interno dell’integrità territoriale dell’Azerbaijan, considerando le mappe a disposizione di entrambe le parti e sulla definizione della linea di confine”, si giustifica Baku.
Delimitazioni territoriali dell’era sovietica, che ancora non hanno trovato un accordo definitivo tra i due Paesi. La Russia prova ad aiutare Erevan e Baku per mettere fine a una diatriba di lunga durata che sfocia in episodi che rischiano di alimentare la fiamma dello scontro.
Erevan accusa Baku di sconfinamento territoriale e chiede l’intervento della Russia, che nel conflitto del Nagorno Karabakh riveste un ruolo fondamentale per la mediazione
Uno sconfinamento territoriale dell’esercito dell’Azerbaijan in Armenia ha provocato l’ira di Erevan, con il Primo Ministro Nikol Pashinyan che ha parlato di “atto di infiltrazione sovversiva”, chiedendo l’intervento della Russia. Le truppe azere sarebbero penetrate per 3.5 chilometri verso il lago Sev in un’area di confine non ancora del tutto delineata. Ora la Russia potrebbe aiutare i due Paesi a stabilire definitivamente il tracciamento territoriale, come proposto dal Ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Si torna a parlare, così, delle due nazioni scontratesi recentemente nel Nagorno Karabakh, che nel mese di novembre 2020 ha visto la débâcle armena e una crisi politica interna senza precedenti.
L’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva
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