Eccola qui la risposta di Nitish Kumar, chief minister del Bihar, al suo nemico politico per eccellenza, il “fascista” (così lo ha nominato pochi giorni fa) Narendra Modi, candidato alla premiership per i nazionalisti del Bjp.

Modi, in campagna elettorale permanente, aveva annunciato la realizzazione della Statue of Unity dedicata alla memoria di Sardar Patel, in potenza la “statua più alta del mondo”. Tempo una decina di giorni e dal Bihar è arrivato il contro annuncio, con Nitish Kumar a svelare il progetto del “complesso templare più grande del mondo”.
Il Viraat Ramayan Mandir sorgerà su 190 acri di terreno a poco più di un centinaio di chilometri da Patna, la capitale del Bihar. Il tempio del record, secondo il progetto, sarà alto 123 metri: il doppio di Angkor Wat, in Cambogia, attualmente la struttura templare più alta al mondo.
Andando oltre l’effetto “ooooh”, ovvero l’obiettivo primario di annunci del genere in clima pre elettorale, ci sono alcune curiosità che arricchiscono una notizia altrimenti relegabile nelle “colonnine a destra” dei siti di news.
Il tocco di classe di Kumar è stato mettere la faccia su un progetto in realtà sponsorizzato da un’organizzazione religiosa locale, l’Hanuman Mandir Trust, che coprirà le spese iniziali (2 milioni di dollari) e poi si rivolgerà alle donazioni per racimolare i restanti 77 milioni di dollari necessari a ultimare la costruzione. Va da sé che, con ogni probabilità, questo fantomatico tempio non vedrà mai la luce del Sole, ma per ora serve bene agli scopi della politica: battere l’avversario sul piano dei proclami (tempio batte statua).
E non solo, c’è anche la beffa. Perché il tempio sarà dedicato a Ram, il generale divinizzato idolo proprio di Modi e compagni nazionalisti, che da vent’anni spingono per realizzare “il più grande tempio di Ram” ad Ayodhya, in Uttar Pradesh, e ora se lo vedono sfilare dal naso dal nemico Kumar.
Un altro aspetto interessante della vicenda è il dettaglio della Hanuman Mandir Trust, dove trust sta per fondo fiduciario, ovvero una società con un consiglio d’amministrazione e dei ricavi. Se prima i templi erano realizzati dietro committenza di imperatori o monarchi in cerca di lustro imperituro, la stessa cosa funziona oggi coi corrispettivi imperatori dell’India moderna: gli imprenditori.
L’esempio più lampante in questo senso credo sia la famiglia Birla, una delle più ricche del paese a capo di un’impero economico sterminato, il Birla group: loro non si sono limitati a creare un tempio, ma ne hanno realizzati diversi in varie città indiane.
Si chiamano tutti Birla Temple: quando devotismo e branding vanno a nozze.
Eccola qui la risposta di Nitish Kumar, chief minister del Bihar, al suo nemico politico per eccellenza, il “fascista” (così lo ha nominato pochi giorni fa) Narendra Modi, candidato alla premiership per i nazionalisti del Bjp.