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Arriva il terremoto. La paura del Big One e il solito desiderio di salvezza


 Il “battesimo del fuoco”, se così si può definire, lo ebbi l'11 marzo del 2011. Mi trovavo in Giappone, a Sendai, principale città della regione del Tohoku a 500 chilometri a Nord di Tokyo, da più di sei mesi e mi ritrovai inconsapevole – e impreparato – nel bel mezzo di una delle catastrofi naturali più devastanti degli ultimi anni. 

Sarà per questo che ogni volta che si parla di un possibile nuovo terremoto, un sisma ancora più potente di quello di appena quattro anni fa, qui in Giappone, sono particolarmente all'erta.

 Il “battesimo del fuoco”, se così si può definire, lo ebbi l’11 marzo del 2011. Mi trovavo in Giappone, a Sendai, principale città della regione del Tohoku a 500 chilometri a Nord di Tokyo, da più di sei mesi e mi ritrovai inconsapevole – e impreparato – nel bel mezzo di una delle catastrofi naturali più devastanti degli ultimi anni. 

Sarà per questo che ogni volta che si parla di un possibile nuovo terremoto, un sisma ancora più potente di quello di appena quattro anni fa, qui in Giappone, sono particolarmente all’erta.

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