Ha vinto il partito popolare del giovane Sebastian Kurz. Una coalizione tra lui e i nazionalisti viene data per certa. Se così sarà il giovane cancelliere dovrà dimostrare di saper tenere testa alle tentazioni estremiste del partner
Il 31enne Sebastian Kurz ce l’ha fatta. Il partito popolare, Övp, è primo con il 31,4%. A seguire i nazionalisti dell’Fpö che, con il 27,4% dei voti, sembrerebbero aver effettuato uno storico sorpasso dei socialdemocratici, sebbene solo per poco più di mezzo punto. L’Spö si ferma quindi al terzo posto con il 26,8%. Tutto questo se lo spoglio dei voti postali non sovvertirà i numeri in modo clamoroso.
Quale coalizione si formerà dunque? Politologi e commentatori si mostravano tutti piuttosto certi che Kurz con buona probabilità proverà a formare un governo con i nazionalisti dell’Fpö. Un’idea che non piace ovviamente a Bruxelles ma nemmeno a Berlino. Anzi a Berlino inquieta doppiamente, visto che i nazionalisti austriaci potrebbero servire (e in parte hanno l’hanno già fatto) come modello ai nazionalisti di casa propria, cioè all’Alternative für Deutschland (AfD).
Che questi due partiti abbiano da tempo intrecciato relazioni è cosa nota. L’anno scorso Frauke Petry, nel frattempo ex leader dell’Afd, era andata a Vienna personalmente durante la campagna elettorale presidenziale. Foto la mostrano insieme al leader dell’Fpö Heinz-Christian Strache. Sia Fpö che AfD hanno poi dichiarate simpatie per il Front Nationale e grande stima di Marine Le Pen.
E ovviamente sono identiche le posizioni di denuncia della politica delle porte aperte di Merkel, del pericolo di islamizzazione della società austriaca/tedesca. Identiche anche le proposte per contrastare l’arrivo degli stranieri: chiudere le frontiere, approntare centri di accoglienza fuori dall’Europa, tagliare loro qualsiasi tipo di contributo finanziario. Posizioni che, non a torto, l’Fpö accusa Kurz di aver copiato dal loro programma.
Per quel che riguarda l’ideologia è difficile dire chi dei due partiti sia più estremista. Verrebbe da pensare l’AfD, pensando a esternazioni di alcuni dei suoi esponenti di spicco: il capo della Turingia che definisce il memoriale all’Olocausto di Berlino una vergogna nel cuore della capitale; il leader Alexander Gauland che un paio di settimane fa sollecitava i tedeschi a rivedere il proprio giudizio negativo sulla Wehrmacht nella seconda guerra mondiale; Jens Maier, di professione giudice, che in un comizio affermava di chiudere finalmente con il “culto della colpa” dei tedeschi.
Frasi simili, almeno pubblicamente, i nazionalisti austriaci dell’Fpö non ne pronunciano più. E riguardo all’irruenza verbale dei colleghi tedeschi è probabile che pensino si tratti di “errori di gioventù”, in fondo l’AfD ha compiuto giusto quattro anni.
I nazionalisti austriaci si sono fatti molto più cauti, d’altro canto loro sulla scena politica ci sono da 30 anni. Tutta una serie di slogan e parole xenofobe e dal retrogusto nazionalsocialista come “Überfremdung” (eccessiva presenza di stranieri) li hanno riposti tra gli strumenti del passato e si propongono ora in un ruolo, o meglio tono, più moderato. Un esempio lampante da questo punto di vista l’aveva fornito l’anno scorso il candidato Fpö alle presidenziali Norbert Hofer, sempre molto distinto, sempre molto pacato.
Gli osservatori politici mettono però in guardia e quando parlano di lui o di Strache, usano la definizione del lupo travestito da agnello.
In effetti, quello che è poco noto fuori dai confini nazionali è il bacino nel quale pesca parte del proprio personale l’Fpö. Si tratta delle confraternite studentesche. Associazioni di giovani studenti di estrema destra che seguono ancora rituali che risalgono al 1800, con tanto di duello all’arma bianca. Questo spiega perché molti di loro abbiano una cicatrice sulla guancia. Se alcuni esponenti dell’Afd sono vicini al movimento di estrema destra degli identitari, il pensatoio dell’Fpö è da sempre costituito da questi giovani che vengono finanziati, sostenuti e, grazie ai contatti in alto loco, dopo l’università collocati in posizioni strategiche, banche, grandi industrie, accademie e ovviamente anche posti in strutture statali di rilevanza politica.
Tornando a Norbert Hofer, che è anche l’autore del programma del partito, lui stesso appartiene alla confraternita Marko-Germania che, in un documento del 1994, scriveva di non riconoscere “quel costrutto fittizio chiamato Austria”. A guidare l’ufficio parlamentare di Hofer è un ex esponente dell’estrema destra austriaca, René Schimanek, mentre tra i suoi più stretti consulenti figura Gottfried Küssel, un irriducibile negazionista. E poi c’è ovviamente il leader, Heinz-Christian Strache che in gioventù militava nell’area neonazista e di cui si dice abbia partecipato anche all’assalto di una sinagoga in Germania.
Un tema sul quale i due partiti AfD e Fpö non sono allineati è l’Unione Europea. Per l’AfD l’antieuropeismo è un cavallo di battaglia, per l’Fpö un argomento da evitare. La formula attuale di Strache e Hofer è la seguente: fintanto che la Turchia non entrerà nell’Ue siamo europeisti. Una posizione suggerita anche dal fatto che, se lo zoccolo duro del partito è molto critico verso Bruxelles, si ha però la consapevolezza che gran parte degli austriaci non ne vogliono sapere di un “Öxit”, cioè di un’uscita dell’Austria (Österreich) dall’Unione.
L’altra differenza sostanziale tra i due partiti è la seguente: mentre l’AfD è ancora un partito di protesta, l’Fpö dopo tre decenni sulla scena politica, non lo è ovviamente più, ha elettori che votano il partito da oltre vent’anni. Infine, e lo dimostrano anche queste elezioni, mentre con l’AfD nessuno dei partiti tedeschi vuole avere a che fare, dunque coalizzarsi, questo non vale per l’Fpö. I nazionalisti sono già stati al governo dal 2000 al 2006 sotto la guida del cancelliere popolare Wolfgang Schüssel e governano in coalizioni (anche a guida Spö) in alcune regioni.
Se Kurz veramente finirà per governare con i nazionalisti, sarà interessante vedere in primo luogo fino a quando questi continueranno a mostrarsi moderati e, secondo, se Kurz sarà veramente capace di tenere loro testa e di non farsi fagocitare.
@affaticati
Il 31enne Sebastian Kurz ce l’ha fatta. Il partito popolare, Övp, è primo con il 31,4%. A seguire i nazionalisti dell’Fpö che, con il 27,4% dei voti, sembrerebbero aver effettuato uno storico sorpasso dei socialdemocratici, sebbene solo per poco più di mezzo punto. L’Spö si ferma quindi al terzo posto con il 26,8%. Tutto questo se lo spoglio dei voti postali non sovvertirà i numeri in modo clamoroso.