Ci troviamo in una cittadina dell’Arizona, Tempe, ed è il 19 marzo quando un’auto di Uber a guida autonoma investe una donna che attraversa la strada: la prima vittima di un incidente stradale causato da un veicolo senza guidatore. All’interno di esso si trova un’operatrice, che però ha solo il compito di tenere sotto controllo la situazione ma che sembra distratta al momento dell’incidente. A seguito dell’accaduto, Uber dichiara di sospendere temporaneamente i test delle sue auto a guida autonoma.
Si sentono non poche persone spaventate dall’accaduto, che sostengono che queste auto sono pericolose e dovrebbero essere vietate. Ma quali sono le capacità e le potenzialità di una auto che si guida da sola, la self-driving car? E soprattutto, ci si può fidare della tecnologia?
A seguito del drammatico evento, il Pew Research Center interroga i cittadini americani per scoprire la loro posizione riguardo alle auto a guida autonoma: una maggioranza di essi (56%) non considera l’ipotesi di spostarsi con un veicolo del genere.
L’argomento più frequente (42%) è quello della mancanza di fiducia nella macchina nonché la paura di lasciarle il controllo. Gli altri, temono una mancanza di sicurezza o non vogliono cedere la guida a terze parti perché fonte di divertimento. Solamente un 3% pensa che la tecnologia non sia pronta per condurre un cambiamento così radicale. Questo è dimostrazione del fatto che siamo consapevoli di vivere in un mondo in cui gli avanzamenti tecnologici sono rapidi, inevitabili e sempre più parte della nostra quotidianità.
Fra un restante 44% pro self-driving car, la maggior parte argomenta di voler provare l’esperienza, e solo il 17% afferma che sarebbe un’alternativa più sicura (dimostrando quindi scarsa fiducia nel potenziale della tecnologia).
Nel complesso, tuttavia, circa i due terzi degli americani (65% degli intervistati) dichiarano di aspettarsi che la maggior parte dei veicoli sia a guida autonoma entro il 2050. Non a caso, Stati Uniti e Canada sono i due Paesi all’avanguardia nello sviluppare questa tecnologia.
Qual è invece la situazione da quest’altra parte dell’Atlantico? Se negli Stati Uniti, i veicoli senza conducente in fase di sviluppo sono adatti al trasporto personale, in Europa, caratterizzata da città più piccole e congestionate, il concetto di self-driving car si applica sempre di più al trasporto pubblico.
A Helsinki, Finlandia, ripensare i trasporti pubblici è stata una priorità per i funzionari governativi e accademici. Nell’estate 2016, diverse università hanno collaborato con il comune locale e l’Unione Europea per avviare il progetto dell’autobus Sohjoa. Si tratta di piccoli autobus elettrici ed economici, a basso consumo energetico che possono trasportare fino a nove passeggeri su un percorso rettilineo. Il progetto da 1,2 milioni di dollari si espanderà in altre due città in Finlandia nella fase successiva e proseguirà fino alla primavera 2017.
In Norvegia, nel novembre 2016, Kolonial.no, il più grande negozio di alimentari online della Norvegia, ha collaborato con Acando, una società di consulenza IT, per testare autobus senza conducente per la consegna di cibo. Gli autobus costano circa $ 240.000, e sono limitati a guidare a velocità relativamente basse, ma sembrano avere avuto molto successo. Il ministro dei trasporti norvegese Ketil Solvik-Olsen definisce il progetto “rivoluzionario, guidato da molte persone intelligenti”.
Nell’aprile 2016, sono arrivati a Rotterdam più di una dozzina di camion a guida automatica costruiti da sei dei maggiori produttori di camion europei. I camion autoguidati provenivano dalla Svezia o dalla Germania. È il cosiddetto “truckplatooning” e coinvolge diversi camion che guidano autonomamente in convoglio e sono collegati via wireless, con il camion principale, che determina rotta e velocità.
Questa tecnologia ha il potenziale per migliorare l’efficienza del carburante e quindi ridurre significativamente le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti. Tuttavia, le differenze nella legislazione tra gli stati membri dell’Ue rivelano che ci vorrà del tempo prima che si sviluppi in modo efficace sulle strade europee.
Un approccio forse più cauto quello europeo.
Ad ogni modo, oggi, sono 1,25 milioni le persone nel mondo che muoiono ogni anno in macchina o in motorino. Elon Musk, co-fondatore, amministratore delegato e architetto dei prodotti di Tesla, spiega che i veicoli a guida automatica contribuirebbero a diminuire notevolmente il numero di incidenti stradali, aumentandone la sicurezza e riducendo l’errore umano.
Con lui, l’industria automobilistica crede fortemente che il futuro dell’automobile stia nell’auto a guida autonoma, prevedendone un’ampia disponibilità già da qui al 2020.
La tecnologia è una realtà con la quale ci dobbiamo confrontare, senza ostacolarla, ma al contrario sfruttandone le potenzialità. Noi Millennials ci dobbiamo fare promotori di un utilizzo intelligente della tecnologia in vista di migliorare la vita della società.
@manu_scogna10
Ci troviamo in una cittadina dell’Arizona, Tempe, ed è il 19 marzo quando un’auto di Uber a guida autonoma investe una donna che attraversa la strada: la prima vittima di un incidente stradale causato da un veicolo senza guidatore. All’interno di esso si trova un’operatrice, che però ha solo il compito di tenere sotto controllo la situazione ma che sembra distratta al momento dell’incidente. A seguito dell’accaduto, Uber dichiara di sospendere temporaneamente i test delle sue auto a guida autonoma.
Si sentono non poche persone spaventate dall’accaduto, che sostengono che queste auto sono pericolose e dovrebbero essere vietate. Ma quali sono le capacità e le potenzialità di una auto che si guida da sola, la self-driving car? E soprattutto, ci si può fidare della tecnologia?