Grazie a un progetto di integrazione svedese, ai mondiali di questa specialità su ghiaccio, tutti gli occhi sulla nazionale somala.
Manca ormai poco ai mondiali di “bandy” che si terranno tra la fine di gennaio e primi di febbraio in Svezia. A parteciparvi saranno una quindicina di squadre, tutte nordiche, eccetto una, la nazionale somala.
Giusto per inquadrare correttamente la notizia, va detto che bandy è una disciplina squisitamente nordica – anche se nata in Inghilterra – considerata l’antesignana dell’hockey su ghiaccio. Per dare un’idea più precisa, si potrebbe dire che è calcio su ghiaccio. Ogni squadra è composta da undici componenti, il campo ha dimensioni simili a quelli di uno da calcio, le porte sono più grandi che nell’hockey e al posto del piattello da hockey c’è una pallina. Si può dire, senza paura di essere smentiti, che il bandy sta alla Svezia come il calcio all’Italia, tant’è che sin da piccolissimi i bambini vengono messi a sgambettare sul ghiaccio dietro alla pallina. Infine, si tratta di una disciplina così nordica, che la Germania ha una nazionale in questa disciplina, solo da un paio di anni.
Cosi nordico come sport che a partecipare ai mondiali sono, per citare solo alcune nazioni, oltre ai paesi scandinavi, la Russia, il Kazakistan, la Mongolia. Ma allora che ci fa la nazionale somala in questo contesto? Che ci fanno questi 11 uomini in campo, abituati normalmente a ben altre temperature?
Per quanto, forse non sono state nemmeno le temperatura rigide il vero problema per la squadra. Molto più difficile è stato imparare a restare in piedi sul ghiaccio, muoversi con scioltezza, naturalezza, riuscire a schivare l’avversario, prendergli la palla, passarla al compagno di squadra e tirare in porta.
La storia di questa squadra ricorda, perlomeno a chi è un po’ più avanti negli anni, quella giamaicana di bob, che fece furore nel 1988, presentandosi alle Olimpiadi invernali di Calgary, Canada. I giamaicani erano tutti ex sprinter allenati di un americano che si era messo in testa di portarli alle olimpiadi. La loro storia fu poi immortalata nel film “Cool Runnings – Quattro Sottozero” di Jon Turteltaub.
Nel caso della nazionale somala la situazione di partenza era tutt’altra. Come raccontava un paio d’anni fa, in occasione dell’esordio della nazionale somala, il quotidiano berlinesi di sinistra Tageszeitung, TAZ, in Svezia esiste una vera e propria enclave somala. La cittadina di Borlänge, situata al centro del paese, conta tra i suoi 50 mila abitanti una considerevole percentuale di stranieri. Tra questi ben tremila sono somali, residenti quasi tutti nel quartiere di Tjärna Ängar, il quale per questo è stato ribattezzato “piccola Mogadiscio”.
A Borlänge una squadra di calcio somala era già stata messa in piedi, solo che l’inverno è lungo da quelle parti, e così Patrik Andersson aveva pensato di proporre loro un corso di bandy e la successiva formazione di una squadra. Come allenatore si era riusciti a ingaggiare niente meno che Pelle Fosshaug, noto come il Maradona del bandy. Tra gli scogli più difficili da superare c’è stato come già scritto, quello dell’equilibrio, che ha richiesto anche il supporto di un’insegnante di pattinaggio artistico.
E’ dal 20014 che la nazionale somala partecipa in gloria, ma senza allori, alla competizione, e vi parteciperà anche quest’anno. Il primo anno fu particolarmente difficile, non solo perché era la prima volta, ma anche perché si teneva in Russia. E così, per preparare i giocatori a quelle temperatura rigide, li si era fatti sostare ripetutamente anche in celle frigorifere.
Quello della squadra somala in Svezia, non è però l’unico caso nel quale il bandy si è dimostrato un utile strumento di integrazione. Anche in Germania ha svolto questa funzione, per quanto diversamente che in Svezia, l’hanno importato i migranti stessi.
Il bandy è una specialità sportiva molto praticata anche in Russia, e di russi e russo/tedeschi ne sono arrivati molti negli ultimi anni. Sono loro ad aver fatto ritornare la passione per questo sport. Nel Il 2014 era stato anche l’anno di esordio ai mondiali di bandy per la nazionale tedesca. E questa nazionale si era trovata come primi avversari proprio la nazionale somala. Inutile dire che i tedeschi avevano vinto 22:1, ma quell’unico goal è entrato nella storia (perlomeno della Somalia).
Grazie a un progetto di integrazione svedese, ai mondiali di questa specialità su ghiaccio, tutti gli occhi sulla nazionale somala.