Dopo la visita di Di Maio a Washington, Blinken vola a Bruxelles per parlare con gli europei di Iran, Ucraina e Afghanistan. Pur portando avanti gli interessi americani
Il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e il Segretario di Stato americano Antony Blinken al Dipartimento di Stato di Washington, 12 aprile 2021. Mandel Ngan/Pool via REUTERS
Marco Dell'Aguzzo Giornalista, scrive per eastwest, Il Sole 24 Ore, il manifesto, Vanity Fair, Aspenia e Start Magazine. Si occupa di energia e di affari nordamericani.
Dopo la visita di Di Maio a Washington, Blinken vola a Bruxelles per parlare con gli europei di Iran, Ucraina e Afghanistan. Pur portando avanti gli interessi americani
Il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e il Segretario di Stato americano Antony Blinken al Dipartimento di Stato di Washington, 12 aprile 2021. Mandel Ngan/Pool via REUTERS
Ieri si è riunito con il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, a Washington. Da oggi, invece, il segretario di Stato americano Antony Blinken è in Europa, a Bruxelles: è già la seconda volta, dopo il viaggio di fine marzo. Stando a quanto riferito da fonti anonime alla stampa, Blinken si riunirà con i rappresentanti della Nato e, separatamente, con i funzionari europei. Per parlare soprattutto di Afghanistan, Iran, Russia e Ucraina.
Le fonti non menzionano la Cina, nonostante abbia di recente imposto delle sanzioni verso l’Unione europea in risposta a quelle approvate da Bruxelles per le violazioni dei diritti umani degli uiguri nella regione dello Xinjiang.
Tra corteggiamenti retorici e inviati speciali
La sfida alla Cina è al centro della politica estera degli Stati Uniti, e la nuova amministrazione di Joe Biden sta ricercando l’appoggio degli alleati per la costituzione di un ampio fronte anticinese. Consapevole della distanza di vedute con Bruxelles, però, Washington sta tentando di raggiungere l’obiettivo senza impostare una contrapposizione troppo netta, che finirebbe per irritare gli alleati europei alla ricerca di una loro “autonomia strategica”. Non a caso, Blinken aveva detto alla Nato che, sebbene la Cina rappresenti una minaccia per l’Occidente, gli Stati Uniti non costringeranno nessun membro a schierarsi con Washington o con Pechino.
Da una parte Blinken corteggia gli europei con la retorica, più morbida di quella di Donald Trump; dall’altra, però, porta avanti gli interessi americani. È il caso del gasdotto Nord Stream 2 tra Germania e Russia a cui l’America si oppone, giudicandolo un’arma geopolitica che potrebbe accrescere l’influenza di Mosca sull’Europa. La Casa Bianca ha intenzione di nominare un inviato speciale per fermare la costruzione della condotta: il posto potrebbe venire assegnato ad Amos Hochstein, già coordinatore per gli affari energetici internazionali sotto Barack Obama e consulente di Biden.
La visita di Blinken servirà poi a rafforzare l’impegno della Nato verso l’Ucraina, che si sente minacciata dalla presenza militare russa lungo il confine comune. Gli Stati Uniti manderanno delle navi da guerra nel mar Nero come forma di deterrenza. Ma hanno soprattutto intenzione di compattare i Governi europei, e in particolare la Francia e la Germania, nell’opposizione alla Russia dell’“assassino” – così lo ha definito Biden – Vladimir Putin.
L’Afghanistan e l’Iran
Oltre alle questioni russa e ucraina, un altro punto nell’agenda brussellese di Blinken è l’Afghanistan. A questo proposito, lo scorso febbraio il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – che incontrerà tra pochi giorni il segretario della Difesa americano Lloyd Austin – aveva detto che l’organizzazione doveva ancora decidere cosa fare delle proprie forze nel paese.
Non è chiara neanche la posizione di Biden sull’Afghanistan. Ha fatto sapere che probabilmente non rispetterà la deadline del 1° maggio per il ritiro delle truppe – al momento sono solo 2500 –, ma anche che “non riesce a immaginare” di avere ancora una presenza sul campo l’anno prossimo. Lasciare l’Afghanistan è però complicato dal fatto che, in assenza della deterrenza degli americani e dei loro alleati, i Talebani potrebbero conquistare il potere con la forza e trasformare il Paese in una base per il terrorismo.
Infine viene l’Iran. Al netto dei troppo facili entusiasmi per la ripresa dei dialoghi indiretti tra Washington e Teheran per il ripristino dell’accordo sul nucleare, a Vienna, le due parti sono distanti già su chi debba fare il primo passo. Ma il ritorno al dialogo è comunque importante e probabilmente un qualche accordo tra America e Iran, alla fine, ci sarà. Per la soddisfazione dell’Unione europea, che si è spesa molto per il salvataggio dell’accordo per tutelare i rapporti economici tra le proprie aziende e Teheran, danneggiati dalle sanzioni americane imposte da Trump nel 2018.
Dopo la visita di Di Maio a Washington, Blinken vola a Bruxelles per parlare con gli europei di Iran, Ucraina e Afghanistan. Pur portando avanti gli interessi americani
Il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e il Segretario di Stato americano Antony Blinken al Dipartimento di Stato di Washington, 12 aprile 2021. Mandel Ngan/Pool via REUTERS
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