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Il blocco dei porti ucraini e la possibile crisi alimentare


Con la guerra in Ucraina la maggior parte dei porti sono stati chiusi, con gravi ricadute sulle esportazioni. Milioni di tonnellate di grano e mais sono in attesa di essere spedite in tutto il mondo. Il World Food Programme avverte del rischio carestia

La guerra tra Russia e Ucraina si sta combattendo nelle ampie pianure che separano i due Paesi. Proprio su quei territori dedicati all’agricoltura di grano del quale Kiev è uno tra i maggiori esportatori al mondo. La guerra militare si è spostata però anche sul mare, nei porti, obiettivi sensibili e per questo tra i primi luoghi bombardati. Lì le materie prime sono solitamente imbarcate per essere distribuite in tutto il mondo. Dalle coste ucraine, però, dal 24 febbraio le navi non salpano più. I porti chiusi impediscono alle materie prime di lasciare il Mar Nero. Nessuna via d’uscita via mare, da Mariupol a Chornomorsk e Odessa, il porto più grande del Paese, che nel 2021 ha visto transitare 675 mila Teu (le unità standard del trasporto marittimo).

Il blocco della maggior parte dei porti ucraini sul Mar Nero ha quindi delle gravi conseguenze sull’approvvigionamento di grano e altre materie prime in altre parti del mondo. La situazione è particolarmente grave a Odessa, il più grande e importante porto ucraino sul Mar Nero, dove si stima che milioni di tonnellate di grano e mais siano stipate in attesa di essere spedite in tutto il mondo. Come annunciato qualche giorno fa da David Beasley, Direttore Esecutivo del World Food Programme (WFP), il rischio è una carestia, con un impatto ancora più disastroso nei Paesi che vivono già una grave crisi umanitaria. Basta pensare infatti che, negli otto mesi precedenti l’inizio della guerra, le oltre 50 milioni di tonnellate di grano transitate attraverso questi porti sono servite a sfamare circa 400 milioni di persone. Mentre i silos di grano rimangono pieni, secondo il WFP, 44 milioni di persone a livello globale stanno andando verso la fame, con l’aumento più consistente di questo dato nell’Africa sub-sahariana.

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