La scorsa estate era stata l’estate di Gu Kailai, la moglie di Bo: le accuse di omicidio, confermate dal processo, avevano smosso l’opinione pubblica cinese, alla ricerca di ogni particolare, anche i più pruriginosi, rispetto alla presunta storia tra omicidio e passione che coinvolgeva tutta la famiglia Bo.

L’estate 2013, invece – mentre si scopre che il figlio di Bo Xilai e Gu Kailai, Bo Guaguaa si sarebbe iscritto al nuovo anno accademico alla Columbia University – sarà l’estate del processo a Bo Xilai, un evento epocale. Il settimanale Caijing ha rivelato oggi i particolari di alcune delle accuse che faranno parte del processo contro l’ex boss del Partito comunista di Chongqing ed ex «astro nascente» della politica cinese.
La sensazione è che queste rivelazioni facciano pensare ad un processo ormai imminente, si parla del 5 agosto; rivelazioni che per quanto attendibili non aggiungono la caratura «politica» ad un processo che secondo molti osservatori è pari allo scandalo che portò alla fine della Banda dei Quattro.
Dietro le accuse di corruzione e abuso di potere, si nasconde infatti una lotta politica che ha visto Bo Xilai soccombere rispetto al nuovo corso, traghettato da Wen Jiabao e Hu Jintao, particolarmente ostili ai metodi di Bo, e proseguiti da Xi Jinping, il nuovo leader del paese.
Secondo quanto scritto da Caijing, Bo Xilai sarò processato principalmente per due accuse: corruzione e abuso di potere. Le accuse di corruzione però avrebbero a che vedere con il periodo in cui Bo Xilai era sindaco della città di Dalian. Secondo Caijing è durante quella «stagione» politica che Bo avrebbe accettato tangenti che poi gli avrebbero consentito di rinforzare la propria base di potere per le successive azioni politiche. Insieme a Bo sarebbero indagati molti altri funzionari, uomini d’affari, i cui contatti con Bo risalgono proprio a quel periodo (dal 1993 al 2000).
Le accuse di abuso di potere invece spiegherebbe il «giallo» cui abbiamo assistito quasi increduli ormai un anno e mezzo fa: Bo Xilai avrebbe agito abusando del proprio potere per impedire al suo braccio destro Wang Lijun di indagare sulla moglie, Gu Kailai, accusata (e poi condannata) per l’omicidio dell’uomo d’affari britannico Neil Heywood la cui morte avrebbe scatenato lo scandalo.
Si tratta di questioni che formalmente allontanano dalla verità, dalle ragioni politiche che hanno portato alla caduta di Bo Xilai. A questo proposito, in attesa del processo che probabilmente si svolgerà in una giornata e sarà a porte chiuse, l’attento osservatore John Garnaut ha scritto che con l’affaire Bo Xilai «per la prima volta, gli strati del potere e del denaro che legano e dividono l’aristocrazia rossa della Cina sono stati esposti all’esterno per la prima volta. Il partito farà del suo meglio per erigere una nuova facciata, ma i problemi di fondo restano del tutto irrisolti».