La richiesta dell’acquisto era stata inoltrata nel 2020, quando Trump era ancora alla Casa Bianca. Ora il rischio per gli Stati Uniti è che Brasilia si rivolga ad altri fornitori, ad esempio la Cina
Da mesi la richiesta del Brasile di acquistare circa 220 missili anticarro Javelin (sono quelli che l’Occidente ha fornito all’Ucraina per aiutarla a respingere l’invasione russa) è ferma al Congresso degli Stati Uniti. Il motivo, stando a diverse fonti americane sentite da Reuters, sta nelle riserve dei legislatori sulla democraticità del Presidente Jair Bolsonaro, di estrema destra, che tra le altre cose ha attaccato il sistema elettorale brasiliano.
Ad aprile nel Paese si terranno le elezioni generali, e a Washington si teme che Bolsonaro possa rifiutarsi di accettare un’eventuale sconfitta, comportandosi in maniera simile a Donald Trump, suo alleato, che sostiene falsamente che il voto del 2020 sia stato truccato per far vincere Joe Biden.
La richiesta del Brasile di acquistare i missili Javelin – prodotti dalle aziende americane Raytheon e Lockheed Martin – era stata inoltrata nel 2020, quando Trump era ancora alla Casa Bianca. Il dipartimento di Stato l’aveva accolta, pur tra qualche obiezione, ma poi i membri del Partito democratico al Congresso (hanno la maggioranza alla Camera) hanno messo in stallo il processo, dal valore di circa 100 milioni di dollari.
Nel 2019 Trump aveva dato al Brasile lo status di maggiore alleato non-Nato, garantendogli un accesso più ampio agli armamenti di fabbricazione statunitense. L’amministrazione Biden è invece molto meno amichevole nei confronti di Bolsonaro rispetto alla precedente. A luglio, durante un incontro a Brasilia tra i Ministri della Difesa delle Americhe, Lloyd Austin invitò al rispetto della democrazia. L’anno prima il direttore della CIA, Williams Burns, disse ai collaboratori di Bolsonaro che il Presidente dovrebbe smetterla di minare la fiducia della popolazione nel processo elettorale.
Nessuna delle due raccomandazioni è stata accolta. Al contrario, Bolsonaro – dato avanti all’ex Presidente Lula da Silva, di sinistra, nei sondaggi – ha continuato a mettere in dubbio la validità del sistema di voto elettronico, ad esempio. Ha anche dichiarato che “l’esercito è dalla nostra parte”, chiedendo alle forze armate di tenere un conteggio parallelo dei voti. Non è chiaro quale ruolo possano svolgere, eventualmente, i militari dopo le elezioni di ottobre: nel 1964 presero il potere con un colpo di Stato e instaurarono una dittatura fino al 1985. Quello brasiliano è l’esercito più grande dell’America latina.
Gli Stati Uniti sono anche preoccupati per i legami tra Bolsonaro e il Presidente russo Vladimir Putin: il Brasile non ha condannato l’invasione dell’Ucraina.
Fonti anonime hanno detto poi a Reuters di non capire per quale motivo il Brasile voglia acquistare dei missili Javelin, un’arma di tipo avanzato, e di cosa se ne faccia, dato che le sue forze armate si occupano principalmente di garantire la sicurezza delle (lunghe) frontiere nazionali e non ci sono minacce nella regione. Il dipartimento di Stato americano ritiene comunque legittima la volontà del Paese di aggiornare le sue capacità anticarro.
Se la richiesta di acquisto le venisse infine negata, esiste il rischio per gli Stati Uniti che Brasilia si rivolga ad altri fornitori: ad esempio alla Cina, che ha sviluppato un missile simile per caratteristiche al Javelin ma più economico, chiamato HJ-12.
La richiesta dell’acquisto era stata inoltrata nel 2020, quando Trump era ancora alla Casa Bianca. Ora il rischio per gli Stati Uniti è che Brasilia si rivolga ad altri fornitori, ad esempio la Cina