Secondo il quotidiano, il Governo starebbe lavorando a un rapporto con l’Ue simile a quello tra Bruxelles e la Svizzera. Sondaggi, oggi il 57% dei cittadini voterebbe per il ritorno di Londra nell’Unione Europea
Lo spettro della Brexit continua ad aleggiare sulla politica britannica, ancora di più in seguito al report del Sunday Times che parla di figure governative che starebbero pianificando un progetto di relazione con l’Ue sullo stile di quello esistente tra Bruxelles e la Svizzera. Una notizia che fa discutere tra hardline Brexiters — nel campo Conservatore — ed esecutivo di Rishi Sunak, letteralmente travolto dalla portata della pubblicazione del quotidiano londinese e che cerca di negare ogni ipotesi al riguardo. Nonostante i denials, sono evidenti i costi causati dalla scellerata decisione di abbandono dell’Unione Europea, che pesano ancora di più in questo preciso periodo storico, tra azzardate ipotesi di abbattimento delle tasse e alta inflazione, che hanno per giunta portato alla fine repentina del Governo guidato da Liz Truss.
In realtà, lo stesso Cancelliere dello Scacchiere, il Ministro dell’Economia Jeremy Hunt, ha espresso ottimismo sulla possibilità che le barriere tariffarie tra Ue e Regno Unito possano essere abbattute nei prossimi anni, nella speranza di ristabilire una relazione commerciale adeguata tra due entità che, se la situazione si potesse inserire nell’alveo della normalità, verrebbero definite pienamente alleate nelle rispettive diversità. Ma lo scenario non è per niente positivo: a parte il complicato dossier ucraino e quello contiguo russo, tra Bruxelles e Londra — come raccontato nei mesi scorsi — la relationship è tesissima, specie sulla questione Irlanda del Nord, legata proprio all’accordo di uscita britannica dall’Ue.
A giugno 2022, l’esecutivo dell’allora Pm Boris Johnson propose di modificare unilateralmente il Protocollo per l’Irlanda del Nord, con l’Ue che rispose con un’azione legale in tutela dei suoi interessi. “L’idea di rinegoziare il protocollo − affermò categoricamente Maroš Šefčovič, Vice-Presidente di Ursula von der Leyen − non è realistica. Non è stata trovata nessuna soluzione alternativa a questo equilibrio delicato e negoziato a lungo. Rinegoziare non farebbe che prolungare l’incertezza legale per le persone e le imprese nell’Irlanda del Nord. Quindi − concluse Šefčovič − l’Unione europea non intende rinegoziare il protocollo”.
Fa acqua da tutte le parti l’idea post Brexit britannica. Ad esempio, il più volte annunciato, e soprattutto sperato, accordo commerciale con gli Stati Uniti non è minimamente possibile perché Washington non intende scendere a compromessi sulla stabilità nord irlandese, a lungo negoziata proprio dagli Usa. Ancora, il flagship trade deal con l’Australia “not actually a very good deal”, come criticato dall’ex Segretario all’Ambiente George Eustice, supporter della Brexit. Una situazione complessa, che si lega ai sondaggi condotti dall’esperto del settore, John Curtice, secondo il quale il 57% dei britannici voterebbe per il ritorno nell’Ue. Presente e futuro estremamente incerti per il Regno di Carlo III.
Lo spettro della Brexit continua ad aleggiare sulla politica britannica, ancora di più in seguito al report del Sunday Times che parla di figure governative che starebbero pianificando un progetto di relazione con l’Ue sullo stile di quello esistente tra Bruxelles e la Svizzera. Una notizia che fa discutere tra hardline Brexiters — nel campo Conservatore — ed esecutivo di Rishi Sunak, letteralmente travolto dalla portata della pubblicazione del quotidiano londinese e che cerca di negare ogni ipotesi al riguardo. Nonostante i denials, sono evidenti i costi causati dalla scellerata decisione di abbandono dell’Unione Europea, che pesano ancora di più in questo preciso periodo storico, tra azzardate ipotesi di abbattimento delle tasse e alta inflazione, che hanno per giunta portato alla fine repentina del Governo guidato da Liz Truss.
In realtà, lo stesso Cancelliere dello Scacchiere, il Ministro dell’Economia Jeremy Hunt, ha espresso ottimismo sulla possibilità che le barriere tariffarie tra Ue e Regno Unito possano essere abbattute nei prossimi anni, nella speranza di ristabilire una relazione commerciale adeguata tra due entità che, se la situazione si potesse inserire nell’alveo della normalità, verrebbero definite pienamente alleate nelle rispettive diversità. Ma lo scenario non è per niente positivo: a parte il complicato dossier ucraino e quello contiguo russo, tra Bruxelles e Londra — come raccontato nei mesi scorsi — la relationship è tesissima, specie sulla questione Irlanda del Nord, legata proprio all’accordo di uscita britannica dall’Ue.