Ursula von der Leyen: “Manderemo un team investigativo che documenterà i crimini di guerra”. La Germania espelle 40 membri dello staff dell’ambasciata russa, la Francia 35, l’Italia 30
Un’azione coordinata tra i partner europei e Nato, una nuova risposta diplomatica contro la Russia all’indomani dei tragici fatti di Bucha. Aumentano le espulsioni di diplomatici russi dai Paesi europei che, solo considerando Italia, Francia e Germania, hanno allontanato dai rispettivi territori 95 personalità. Quella attuata è una scelta presa congiuntamente dalle capitali europee, misure necessarie “per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa”, ha commentato il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio.
“Il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Ettore Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su mia istruzione, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, per notificargli — ha detto Di Maio — la decisione del Governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l’Ambasciata in quanto ‘personae non gratae’”.
Si allunga così la lista di diplomatici russi allontanati dal territorio europeo. L’Italia ha optato per 30 funzionari della Federazione, la Francia ha individuato 35 personalità, mentre la Germania arriva a 40 rappresentanti russi. Annalena Baerbock, Ministra degli Esteri tedesca, ha affermato che “le immagini da Bucha testimoniano una volontà d’annientamento che supera ogni confine. Rafforzeremo ulteriormente le attuali sanzioni contro la Russia, aumentando il nostro sostegno alle forze armate ucraine e ai confini orientali della Nato”.
Si stringe, dunque, il cerchio diplomatico attorno a Mosca. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta, congiuntamente alle autorità ucraine, sulle atrocità di Bucha. “Manderemo un team investigativo che documenterà i crimini di guerra, in coordinamento col Procuratore Generale dell’Ucraina”, ha spiegato la Presidente. Assisteranno nell’inchiesta anche Eurojust e Europol.
“È necessaria una risposta globale”, ha sottolineato von der Leyen. “Sono in corso colloqui tra Eurojust e la Corte penale internazionale per unire le forze e affinché la Corte faccia parte del gruppo investigativo congiunto. L’approccio coordinato da parte delle autorità ucraine, dell’Ue, dei suoi Stati membri, delle agenzie e della Corte penale internazionale consentirà — ha evidenziato la Presidente della Commissione — di raccogliere, analizzare ed elaborare le prove nel modo più completo ed efficace possibile”.
Tra i primi Paesi a reagire alla strage di Bucha la Lituania, che ha espulso dalla nazione direttamente l’Ambasciatore russo, la più alta figura di riferimento di Mosca nel Paese baltico. “I crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi dalle forze armate russe non saranno dimenticati”, ha segnalato Gabrielius Landsbergis, Ministro degli Esteri. Anche la confinante Lettonia “irrigidirà le relazioni diplomatiche con la Federazione Russa, prendendo in considerazione i crimini commessi dalle forze armate”, ha detto il Ministro degli Esteri Edgar Rinkevics.
Un’azione coordinata tra i partner europei e Nato, una nuova risposta diplomatica contro la Russia all’indomani dei tragici fatti di Bucha. Aumentano le espulsioni di diplomatici russi dai Paesi europei che, solo considerando Italia, Francia e Germania, hanno allontanato dai rispettivi territori 95 personalità. Quella attuata è una scelta presa congiuntamente dalle capitali europee, misure necessarie “per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa”, ha commentato il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio.
“Il Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri, Ambasciatore Ettore Sequi, ha convocato questa mattina alla Farnesina, su mia istruzione, l’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, per notificargli — ha detto Di Maio — la decisione del Governo italiano di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l’Ambasciata in quanto ‘personae non gratae’”.