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I separatisti di Cabinda tengono sotto attacco l’esercito dell’Angola


L’enclave di Cabinda è la più settentrionale provincia dell’Angola, che si affaccia sull’oceano Atlantico e si estende per 7.300 kmq tra Congo-Brazzaville e Repubblica democratica del Congo. L’ex possedimento portoghese è abitato da circa 700mila persone, fornisce il 60% del petrolio angolano, ma langue nell’oblio socio-economico.

RIbelli separatisti del Fronte di liberazione dell’enclave di Cabinda  (FLEC). Foto presa dal sito africa.tvcnews.tv

L’enclave di Cabinda è la più settentrionale provincia dell’Angola, che si affaccia sull’oceano Atlantico e si estende per 7.300 kmq tra Congo-Brazzaville e Repubblica democratica del Congo. L’ex possedimento portoghese è abitato da circa 700mila persone, fornisce il 60% del petrolio angolano, ma langue nell’oblio socio-economico.

Il territorio acquisì uno status giuridico a sé stante rispetto alla colonia dell’Angola con il trattato di Simulambuco del 1885. Poi, in seguito, il Portogallo proclamò a più riprese la divisione politica tra Luanda e Cabinda, suffragata anche dai sessanta chilometri di territorio congolese che separano la provincia ribelle dall’Angola. Fino ad arrivare al 1956, quando la madrepatria unì il controllo amministrativo dei due domini d’oltremare.

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