
A Marawi, deserta e distrutta, i combattimenti prima o poi cesseranno, ma per i superstiti i problemi sono solo all’inizio. In troppi hanno perso tutto.
Nel salone d’ingresso del municipio di Marawi un gruppo di militari sta mangiando. “Signori, ieri abbiamo perso un uomo sul ponte, colpito dai cecchini. Quando ci arrivate dovete correre il più velocemente possibile per circa quaranta metri, il nemico è vicino e proverà a colpirvi” dice un ufficiale. Il ponte, come altre zone, è scoperto e i blindati leggeri, vulnerabili agli rpg e a sistemi anti-tank, non possono essere utilizzati.
Dopo tre mesi di assedio la città è in buona parte distrutta. Si combatte casa per casa, metro per metro. Ogni palmo di terra strappato al nemico rischia di trasformarsi in tragedia, se non si avanza con cautela. La devastazione è enorme. Interi palazzi sventrati dai bombardamenti aerei, mura sbrecciate, case sbriciolate dai lanciarazzi e dalle mitragliatrici pesanti.
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A Marawi, deserta e distrutta, i combattimenti prima o poi cesseranno, ma per i superstiti i problemi sono solo all’inizio. In troppi hanno perso tutto.