Bruxelles vorrebbe porre le basi per lo sviluppo di un’economia più forte e dinamica in Camerun e anche consolidare la democratizzazione del Paese, uno degli stati meno liberi al mondo, controllato ininterrottamente dal 1982 dal regime di Paul Biya.
Le violenze perpetrate dai separatisti anglofoni, e dalle forze di sicurezza governative che li combattono, hanno prodotto una grave crisi umanitaria: più di 700mila sfollati interni e quasi 70mila rifugiati in Nigeria.