La pace in Sudan non è in vista e il Paese sembra essere uscito dai radar internazionali. L’ONU conta 14.600 morti, a cui si aggiungono 8,5 milioni di persone sfollate. L’emergenza alimentare è alle porte e almeno mezzo milione di nuove vittime sono annunciate.
L’opposizione è riuscita ad assicurarsi il supporto della maggior parte della popolazione senegalese e Bassirou Diomaye Faye sarà il nuovo presidente del Senegal, con percentuali superiori al 50% e quindi senza la necessità di andare a un secondo turno.
Quale sarà il ruolo di Macky Sall e di Ousmane Sonko? I due uomini politici di punta del Senegal sono fuori dai giochi, rispettivamente per aver raggiunto il limite massimo di mandati e per la condanna. Ma è chiaro a tutti che sono loro a guidare i due schieramenti
In seguito alla crisi energetica, Eni, presente dal 1968 in Congo dove gode di un monopolio nella gestione del gas, ha raggiunto un accordo con lo stato africano. Il 27 febbraio è partito il primo carico che raggiungerà il porto di Piombino nei prossimi giorni.
L’African National Congress, che governa il Paese da 30 anni, rischia per la prima volta di perdere la maggioranza. Il boom economico si è fermato, povertà, disoccupazione e criminalità sono esplose anche a causa della pessima gestione politica
Annullate lunedì notte le elezioni previste a febbraio e rinviate a dicembre. Il governo ha sospeso internet nelle ore successive alla decisione, per evitare che l’opposizione si potesse organizzare, ed è stata anche ritirata la licenza al canale televisivo privato Walf TV
A inizio gennaio l’Etiopia ha annunciato l’accordo con il Somaliland per l’utilizzo dei suoi porti: 20 km di costa dati in concessione per 50 anni in cambio di quote della Ethiopian Airlines, e soprattutto del riconoscimento formale del Somaliland come stato sovrano.
Il Congo è uno degli stati più importanti del continente, per grandezza, risorse e effetti sulla stabilità della regione. Le elezioni sono cruciali perché garantiscono l’accesso alle posizioni di potere e quindi alle immense risorse dell’enorme Paese.
Il Kenya invierà 1500 lavoratori agricoli in Israele, per rimpiazzare la forza lavoro richiamata alle armi o fuggita dal Paese dopo l’inizio degli scontri. L’accordo è stato annunciato dal ministro del lavoro keniano. Un patto simile è stato siglato tra Israele e il Malawi a novembre.
I colloqui diplomatici in Arabia Saudita non hanno portato finora a nessuna soluzione. Da sette mesi si assiste allo scontro tra le Forze armate sudanesi guidate dal presidente Abdel Fattah al-Burhan e le milizie con a capo l’ex vicepresidente Mohamad Hamdan Dagalo.