Matteo Miavaldi, sinologo emigrato nel subcontinente indiano, si occupa di Asia Meridionale come giornalista freelance ed è corrispondente da New Delhi per “il manifesto”.
Siparietto grottesco e tragicomico. Domanda a Maria Sharapova: “Lei sa chi è Sachin Tendulkar?”. Risposta: “No, mi spiace”. Centinaia di migliaia di indiani si riversano sui social network e ricoprono di insulti la campionessa di tennis, indignati. E chi è Sachin Tendulkar?
La notizia della Nsa che spiava dal 2010 il Bharatiya Janata Party – ora al governo con Modi – è stata disinnescata nel giro di 48 ore. Vince la realpolitik.
Il Washington Post ha pubblicato alcune nuove rivelazioni di Edward Snowden, il “whistleblower” grazie al quale il mondo è venuto a conoscenza del gigantesco programma di spionaggio telematico orchestrato dalla National Security Agency (Nsa) americana. L’India ha così appreso che, dal 2010, il Bjp è stato nel mirino delle intercettazioni made in Usa.
Quando arriverà una parvenza di Liberazione sessuale questo paese farà grandi cose. Nell’attesa, si continua a rimestare nel torbido della cosiddetta “morale indiana” applicata alle attività sessuali di 1,2 miliardi di persone.
È stata breve, ma intensa e formativa. L’esperienza di seguire l’Italia dei Mondiali in un paese dove il calcio virtualmente non esiste ha messo la comunità expat italiana di fronte ad una voragine affettiva probabilmente insanabile. E il fuso orario non ha aiutato.
La scorsa settimana il governo centrale di Delhi è “inciampato” in un grande misunderstanding generale, ordinando che nelle comunicazioni sui social network di carattere ufficiale le amministrazioni locali avrebbero dovuto prediligere l’utilizzo della lingua hindi e, in seconda istanza, quella inglese (le due lingue ufficiali della Repubblica indiana). Al sud, dove la popolazione ha un conto aperto con l’imposizione della lingua hindi sin dal periodo pre Indipendenza, sono insorti un po’ tutti.
Il primo colpo sferrato dall’amministrazione Modi all’economia indiana è arrivato ieri, andando a toccare uno dei settori più comatosi del paese: le ferrovie. 14 per cento di rincaro su tutti i biglietti della rete ferroviaria indiana, la più estesa al mondo. E le opposizioni protestano in strada.
Nel caos che sta prendendo il sopravvento in Iraq sono stati sequestrati quaranta lavoratori indiani del settore edile, per quella che sarà la prima vera prova del fuoco della politica estera di Narendra Modi.
Narendra Modi ha appena concluso la sua prima visita ufficiale all’estero. In Bhutan, più o meno nel cortile di casa, dove la Cina sta iniziando a intensificare la propria influenza come già aveva fatto col vicino Nepal. Pochi giorni prima, in India, NaMo aveva iniziato a mettere le mani avanti, annunciando “decisioni toste” per rivitalizzare l’economia moribonda nazionale.
La stampa riporta stralci di un rapporto interno dell’Intelligence Bureau (IB) che individua le Ong straniere attive in India come una delle principali minacce alla “stabilità economica del paese”. Il primo ministro Modi chiede a tutti i ministeri di condividere i dati circa le Ong che collaborano col governo.