Ci salverà il “solare termodinamico” su cui sta lavorando – in Spagna, dal momento che in Italia non si sono trovati né sponsor né risorse – il premio Nobel Carlo Rubbia? La comunità scientifica internazionale si guarda bene dall’affermare che vi sia una relazione diretta fra il cosiddetto “effetto serra” e gli uragani che stanno devastando gli Stati Uniti e l’Asia. Ma il dubbio che così stiano le cose si sta facendo strada molto velocemente e concretamente, come si può vedere dagli articoli della migliore stampa internazionale pubblicati nella rubrica “Punti di Vista” (pag. 143). Gli scienziati, invece, non hanno dubbi sul fatto che il Protocollo di Kyoto, pur con tutti i suoi limiti, sia al momento l’unica risposta politica al global warming. Se tutti i Paesi industrializzati vi aderissero le quantità di gas presenti nell’atmosfera si fermerebbero ai livelli attuali. Non è molto, ma è un inizio. Peccato che all’appello, come spiega Donato Speroni nell’articolo di apertura di questo numero di east (pag. 8), manchino “giganti” come gli Usa, la Cina e l’India. “Giganti” Cina e India? Qualche anno fa una definizione del genere sarebbe stata percepita dai più come una stravaganza. Oggi non più. Nel rapporto 2005 del Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi di Torino si analizzano nel dettaglio i processi che stanno modificando in profondità gli equilibri e i rapporti di forza nell’economia mondiale. Didascalico il titolo del rapporto: Il sole sorge a Oriente. Per i contenuti rinviamo i lettori al Dossier (pag. 81) e in particolare all’ampia intervista d’apertura all’economista Mario Deaglio. Sulla Cina si segnala per completezza e originalità anche l’articolo di Stefano Chiarlone e Francesco Giordano (pag. 18). Infine, una primizia: in collaborazione con Cittadinanzattiva, da questo numero east pubblicherà ampie sintesi dei rapporti del Civil Society Index nei Paesi dell’Europa centro-orientale. Il primo rapporto è sulla Repubblica Ceca ed è stato curato da Vittorino Ferla (pag. 30).
Il protocollo di Kyoto, con tutti i suoi limiti, è stata l’unica risposta politica al global warming. Se tutti i Paesi vi aderissero le quantità di gas presenti nell’atmosfera si fermerebbero ai livelli attuali.
Due società e due sensibilità molto diverse, un ruolo differente svolto dallo Stato su varie questioni, accomunate oggi dal ripetersi di scandali che hanno la stessa matrice. Ne discutono gli italiani Marco Frey e Giovanni Moro e gli americani Sandra Waddock e Charles Derber.
L’asse portante della civiltà cittadina era l’economia di mercato, che poggiava su tre pilastri: divisione del lavoro, orientamento allo sviluppo e all’accumulazione e libertà d’impresa.