L’Europa delle istituzioni e della politica arranca alla ricerca della propria identità e del proprio ruolo nella globalizzazione? Certamente sì, come spiegano in questo numero della rivista Franco Botta e Fabrizio Coricelli. Ma c’è anche un’altra Europa, quella delle imprese e dei mercati, dei giovani che partecipano ai programmi Erasmus e dei sindacati, del volontariato e della sussidiarietà. Quest’altra Europa, meno conosciuta e meno eclatante, non si pone più il problema dell’identità e dell’unità nei termini shakespeariani del “to be or non sei to be?”. Questa Europa sa che indietro non si torna. E va avanti. Come scrive Dieter Rampl, presidente di UniCredit-Hypovereinsbank, il gigante del credito nato dalla prima aggregazione cross border europea. E come ribadisce, a nome degli intellettuali europei, Predrag Matvejevic, recentemente condannato a cinque mesi di carcere dal tribunale di Zagabria per aver ingiuriato, chiamandoli “talebani”, i teorici delle pulizie etniche in Croazia.
Il Dossier di questo numero di east è dedicato al problema della competitività dell’economia italiana e, in particolare, al tema dei supporti all’internazionalizzazione delle imprese italiane. Partendo da un sondaggio di opinione che ha coinvolto un panel di 200 aziende, abbiamo chiesto autorevoli opinioni e suggerimenti pratici per far fare un salto di qualità ad Ambasciate, uffici Ice, Camere di Commercio e quant’altro. I contributi sono di Luca di Montezemolo, Fabrizio Onida, Adolfo Urso, Lapo Pistelli e Giuseppe Scognamiglio.
Infine, una novità: la rivista, girata la boa del primo anno, ha deciso di aprire le porte alla pubblicità. Come i lettori possono vedere, lo facciamo con discrezione, nel rispetto di un corretto rapporto tra testi e spazi pubblicitari e nel rispetto del rigore estetico-formale che ci ha sempre caratterizzati. Non sarebbe stato giusto né serio partire con un carico di pubblicità ancora prima di verificare se vi fossero gli indispensabili presupposti di credibilità. Lo facciamo ora per due ragioni. La prima è che in quest’anno east si è conquistata un suo spazio e un suo ruolo in Italia e in Europa. La seconda, più generale, è che una rivista economicamente autonoma è una garanzia di indipendenza e di libertà sia per chi la fa sia per chi la legge.