Bandiere con l’effige di Gesù cristo sventolano sui palazzi del potere e manifesti in stile socialista invitano a combattere per la patria. Nei club i dj suonano canzoni patriottiche, mentre l’Armata russo-ortodossa presidia la città. Intanto, i primi processi popolari per alzata di mano hanno condannato a morte dei sospettati di pedofilia. Che strada stanno prendendo le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk?

Nei mesi trascorsi dallo scoppio della guerra in Ucraina, un po’ tutti ci siamo concentrati su che ne sarebbe stato dei territori separatisti del Donbass. Nuovi stati indipendenti, annessione alla Russia, entità federali o conflitto congelato? La risposta è ancora aperta. Intanto, però, in pochi si sono chiesti che tipo di stato, società, istituzioni si stanno creando. Cosa vogliono veramente i separatisti, quali sono i principi per cui combattono?
Il sole dell’Avvenire
Sembra che ai piani alti dell’Oga – il palazzo del governo di Donetsk – amino i manifesti pubblicitari. In città ce ne sono di ogni tipo, da quelli che invitano all’arruolamento a quelli che ritraggono minatori felici baciati dal sole dell’Avvenire. Colpisce innanzitutto la somiglianza grafica con i manifesti della propaganda ai tempi dell’Urss. E tra gli altri c’è n’è uno che ho visto proprio nel centro città, in cui sono elencate le basi su cui si sta costruendo la Novorossija. Più che un manifesto in senso programmatico, sembra l’elenco dei punti che misurano la distanza tra “noi” e “loro”.
“Combattiamo contro i nazisti che uccidono i nostri bambini, contro i falsi valori dell’Europa, contro le corporation straniere”. E via dicendo. Ma tra tutti i punti ce n’è uno che mi ha fatto pensare di più, ed è quello che dice “Combattiamo contro la riscrittura della storia della Grande guerra patriottica”. Sarebbe la Seconda guerra mondiale, che la storiografia sovietica ha tramandato come una limpida favola della lotta tra il Bene (l’Urss di Stalin) e il Male (la Germania nazista). C’è davvero qualcuno che la vuole riscrivere? Forse è l’Europa che mette in discussione la liberazione dell’Ucraina da parte dei sovietici?

Il califfato dell’est
La sensazione dominante passeggiando per le strade di Donetsk è di trovarsi in una sorta di califfato sovietico-ortodosso. I riferimenti all’iconografia sovietica sono onnipresenti, spesso rivisitati in chiave moderna. Le bandiere con l’effige del patriarcato di Mosca – un volto di Cristo ritratto con ortodossa ieraticità – sventolano in cima ai palazzi pubblici. E una delle milizie che per prime sono comparse in città ha il nome di Russkaja pravoslavnaja armia, Armata russo-ortodossa.
Tra i cavalli di battaglia dell’amministrazione locale ci sono la nazionalizzazione delle imprese e la realizzazione di mense per i poveri nei McDonald’s chiusi. In uno, senza nemmeno togliere le insegne, hanno già messo un negozio di prodotti locali.
“Non vogliamo fare la fine dell’Europa”, mi ha detto un omone avvolto in una pelliccia. “Non vogliamo che facciano i gay pride. Non vogliamo che i nostri bambini abbiano due papà”.
Prostitute
Che le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk non avessero la difesa dei diritti Lgbt tra le priorità ne avevamo già avuto sentore. Ma sembra che ci si stia spingendo verso qualcosa di più, qualcosa di simile a uno stato fondamentalista.
Nei mesi scorsi su alcuni canali Youtube gestiti dai separatisti stessi sono stati mostrati fieramente dei video dei primi processi popolari. In un teatro, alla presenza di una “corte”, vengono portati uno per uno degli uomini accusati di pedofilia. Il “pubblico ministero” grida alla platea i crimini che avrebbero commesso, poi si passa al verdetto per alzata di mano tra il pubblico. Condannato alla pena capitale, avanti un altro. Non c’è contraddittorio, non ci sono prove, non c’è nemmeno un processo. C’è la furia della folla aizzata contro il mostro, e tanto basta.
In un momento in cui prende la parola, il “giudice” Aleksej Mozgovoi approfitta anche per emettere una fatwa contro le donne “che vanno nei bar e nei locali. Saranno arrestate. Cosa sono, prostitute? Le donne devono essere fedeli ai loro uomini, stare a casa a cucire”.
In Ucraina, in Russia o indipendenti, siamo sicuri che è in uno stato così che la gente del Donbass vuole vivere?
@daniloeliatweet
Bandiere con l’effige di Gesù cristo sventolano sui palazzi del potere e manifesti in stile socialista invitano a combattere per la patria. Nei club i dj suonano canzoni patriottiche, mentre l’Armata russo-ortodossa presidia la città. Intanto, i primi processi popolari per alzata di mano hanno condannato a morte dei sospettati di pedofilia. Che strada stanno prendendo le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk?