Prima delle vacanze natalizie avevamo parlato delle elezioni locali di Delhi, viste da molti come prove generali delle nazionali primaverili. Arrivato secondo, Arvind Kejriwal si è alla fine accordato con l’Indian National Congress per un appoggio esterno, delle “larghe intese” che fanno emergere una serie di corto circuiti amministrativi.

L’Aam Aadmi Party (Aap) governa la capitale New Delhi da poco meno di un mese, battesimo di fuoco per testare le capacità amministrative del partito “dal basso” in una prova di maturità politica che superi il movimentismo dell’indignazione.
Eletto grazie a un programma di rottura – fatto di promesse di legalità, lotta alla corruzione, tagli delle bollette, welfare e sicurezza – Arvind Kejriwal ha fatto i primi passi nel mondo della realpolitik inaugurando una serie di “numeri verdi” a disposizione del cittadino per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine in caso di molestie e, in particolare, di tentata corruzione.
Un primo passo, un messaggio, accolto con favore dall’elettorato di riferimento ma contestato dall’opposizione e dall’Inc che, di fatto, si è messo nella posizione più favorevole per ricattare il governo dell’uomo comune, sostenendolo all’interno del Palazzo e contemporaneamente facendolo bersaglio di critiche dure e strumentali.
È capitato, ad esempio, a margine dell’ennesimo caso di violenza sessuale di gruppo, stavolta ai danni di una turista danese. L’Inc, che governava Delhi fino a poche settimane prima, è stato tra i più aggressivi nel criticare il nuovo governo di Aap “che pensa alle bollette al posto che preoccuparsi della sicurezza dei cittadini”.
La risposta di Kejriwal non si è fatta attendere. Stamattina il chief minister Kejriwal è uscito dal suo ufficio e ha inscenato una protesta pacifica (dharna) davanti al Ministero degli Interni (presieduto da Sushilkumar Shinde, dell’Inc), chiamando a raccolta i propri sostenitori per chiedere la sospensione di una serie di poliziotti accusati di prendere mazzette e di non fare il proprio mestiere. Si vocifera inoltre che Aap abbia organizzato, tra i propri militanti, un sistema di ronde alternativo al pattugliamento della polizia, che a Delhi è gestita direttamente dal Ministero degli Interni nazionale: un’invasione di campo che non deve aver fatto molto piacere alle forze dell’ordine.
Kejriwal è stato immediatamente preso in custodia da alcuni agenti, mentre dagli Interni è arrivata la richiesta di spostare la protesta di dieci giorni (che si sovrapporrebbe alle celebrazioni della Festa della Repubblica, previste per il weekend) nel parco di Jantar Mantar, per evitare troppi disagi alla circolazione nella capitale.
In una ventina di giorni a Delhi la situazione è la seguente: il chief minister eletto dal popolo preso in consegna dalle forze dell’ordine federali, in aperta polemica col governo centrale dell’Inc che sostiene Aap al governo locale.
Un groviglio squisitamente indiano.