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Jerry la talpa e la grande morìa di spie americane in Cina


L’arresto dell’ex agente della Cia Jerry Chun Shing riapre il caso del clamoroso smantellamento della rete spionistica Usa in Cina. E getta nuove ombre su un thriller da guerra fredda

Una Aston Martin DB5 dal film di James Bond Goldfinger. REUTERS/Benoit Tessier/Files

L’arresto dell’ex agente della Cia Jerry Chun Shing riapre il caso del clamoroso smantellamento della rete spionistica Usa in Cina. E getta nuove ombre su un thriller da guerra fredda

I nostalgici della guerra fredda sono serviti, perché si è riaperto un caso di spie che già nel 2017 era arrivato sulle pagine dei principali giornali americani e cinesi. E ieri l’arresto – con l’accusa di detenzione illegale di materiale classificato – di Jerry Chun Shing Lee, agente della Cia tra il 1994 ed il 2007, ha riaperto l’intera vicenda. Sarebbe lui, infatti, ad aver rivelato nomi e indirizzi di agenti Cia in Cina. Secondo il New York Times potrebbero essere addirittura 22 gli agenti americani torturati, spariti e uccisi tra il 2010 e il 2012 in Cina. Ma non mancano gli interrogativi.

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