Grandi manovre di Xi Jinping ai vertici dell’esercito. Saltano molti generali, ufficialmente sotto inchiesta per corruzione. Una mossa utile per avere l’appoggio delle forze armate in vista del prossimo congresso ma anche per convincere i militari che la Corea del Nord non è più un alleato imprescindibile.
Nei giorni scorsi la Cina ha provveduto a effettuare un test militare, simulando l’abbattimento di missili indirizzati verso il proprio territorio; si tratta di un segnale che indica un’estrema attenzione e una potenziale rapidità di mobilitazione da parte di Pechino rispetto alla crisi coreana. Nel frattempo anche tra i militari saltano teste, soprattutto tra gli undici, potentissimi, membri della Commissione Centrale militare: sintomo di una nuova opera di pulizia del presidente Xi Jinping, di un cambiamento dell’approccio nei confronti della Corea del Nord, o entrambe le cose?
In Cina da tempo si ragiona e non poco sul comportamento di Kim Jong-un sottolineando i rischi che il leader nord coreano sta facendo correre alla Cina tanto rispetto al suo ruolo di potenza regionale, quanto alla sua popolazione al confine con la Corea del Nord. Secondo il quotidiano nazionalista Global Times, ad esempio, nel caso di un attacco proveniente da Pyongyang verso il sud, la Cina dovrebbe rimanere neutrale.
Storicamente chi ha sempre spinto, invece, per una tolleranza nei confronti dei comportamenti della Corea del Nord sono stati i militari cinesi. In questa crisi si è tanto parlato del comportamento dei vari leader dei paesi collegati alla crisi, ma poco dei militari cinesi.
Ci sono alcuni aspetti da sottolineare: innanzitutto i contatti – anche militari – tra Pechino e Pyongyang, secondo alcune fonti vicini agli ambienti dell’esercito cinese, non sarebbero così “importanti” come forse inizialmente riteneva l’amministrazione americana. Non a caso Kim Jong-un non sembra avere grande stima dell’“alleato” cinese considerando che ha fatto fuori tutti i personaggi vicini a lui ritenuti “canali” di Pechino in Corea del Nord e considerando che la sua corsa al nucleare finirà per armare ancora di più tutta l’area.
In secondo luogo, da tempo in Cina si osserva una discordanza tra forze armate e “politica” nella considerazione dell’alleato nord coreano.
L’impressione è che la nuova leadership cinese sia molto meno agganciata al concetto di Corea del Nord come “stato cuscinetto” tra la Cina e una Corea del Sud con basi americane, rispetto a quanto non sia di questo avviso, invece, l’esercito cinese. L’attuale dirigenza cinese, inoltre, non sembra apprezzare molto la possibilità di ritrovarsi con India, Pakistan, Russia e ora anche la Corea del Nord dotata dell’atomica: significherebbe essere circondati da potenze nucleari.
Sono quindi da prendere in seria considerazione le mosse che Xi Jinping – capo della Commissione centrale militare e quindi commander in chief dell’esercito nazionale – sta effettuando a livello militare. Il numero uno cinese ha infatti effettuato alcune mosse all’interno della potente commissione militare centrale: in alcuni casi si è trattato di togliere di mezzo ufficiali che avevano raggiunto il limite di età; in altri casi la mannaia di Xi è parsa arrivare al solito modo, ovvero attraverso le accuse di “corruzione”.
Ultimamente c’è un gran via vai di informazioni, rumors e sospetti su due pesi massimi dell’esercito non proprio da poco. Uno è il generale Fang Fenghui, già a capo dell’Ufficio personale del potente esercito di liberazione popolare, nonché “numero cinque” dell’ancora più potente “Commissione militare”.
Secondo fonti riportare dalla Reuters alcuni giorni fa e confermate dal South China Morning Post ieri, il generale sarebbe sotto accusa per “problemi economici”: un eufemismo per dire che il militare è sotto il giogo del potente team anti corruzione guidato da Wang Qishan, il Torquemada cinese.
(Un piccolo inciso al riguardo: Wang da mesi non si faceva vedere pubblicamente; subito hanno cominciato a diffondersi voci su una sua possibile “caduta”, o addirittura circa una sua probabile malattia, ovvero un cancro al fegato. Alcuni giorni fa Wang è stato ripreso dalla CCTV, la televisione pubblica cinese, e tutte le voci sono state messe a tacere. Wang è considerato il potenziale e futuro numero due del partito nonostante abbia raggiunto i limiti di età solitamente imposti dal partito, ovvero 68 anni. Questo per dimostrare come nel periodo che precede il Congresso del Pcc ogni “rumors” acquisti una importanza clamorosa nell’ambito della cronaca politica cinese).
Tornando a Fang: come ricordato da Reuters la sua ultima apparizione pubblica è stata il 21 agosto scorso, quando aveva incontrato un ufficiale militare tailandese a Pechino. Ma più di tutto Fang aveva incontrato a Pechino il generale Joseph Dunford, capo di stato maggiore degli Stati Uniti e aveva fatto parte delle delegazione cinese durante la visita di Xi Jinping da Trump in Florida l’aprile scorso. Per Fang, si dice che tra le ragioni del suo allontanamento potrebbero esserci il fatto di essere considerato un uomo dell’ex presidente Hu Jintao, che lo aveva nominato nella commissione e che lo aveva incaricato di organizzare la parata militare per il sessantesimo anniversario della Repubblica Popolare (nel 2009).
L’altro generale che appare in bilico è Zhang Yang, numero sei della Commissione centrale militare. Zhang non appare nella lista dei 300 militari che dovrebbero prendere parte al 19° congresso del partito comunista; su di lui ancora non si sono diffuse voci di alcun tipo.
Nel frattempo, il primo settembre scorso, Ding Laihang, 60 anni, era stato nominato nuovo capo delle forze dell’aeronautica, al posto di Ma Xiaotian, 68; analogamente Han Weiguo era stato promosso a capo delle forze armate di terra al posto del suo predecessore Li Zuocheng, promosso all’interno della Commissione militare centrale.
Alla fine di questa girandola di nomine sarà possibile capire se Xi Jinping ha effettuato i ricambi con la consueta logica di piazzare pedine a lui fedeli, o se, oltre a questo obiettivo, potrebbe esserci anche un cambiamento strategico dell’esercito, ad esempio supportare maggiormente una politica di allontanamento dalla Corea del Nord da parte di Pechino, scardinando dunque il corpo dei militari dall’antica visione di Pyongyang come alleato imprescindibile della Repubblica Popolare.
@simopieranni
Grandi manovre di Xi Jinping ai vertici dell’esercito. Saltano molti generali, ufficialmente sotto inchiesta per corruzione. Una mossa utile per avere l’appoggio delle forze armate in vista del prossimo congresso ma anche per convincere i militari che la Corea del Nord non è più un alleato imprescindibile.