Pechino investe cifre miliardarie per obiettivi cosmici: ha mandato sonde, costruito una stazione spaziale e punta addirittura su Marte. La competizione con gli Usa si sposta nello spazio per il controllo dell’orbita, l’accesso a nuove risorse e la colonizzazione di nuovi pianeti.
La Cina ha intenzione di costruire la sua prima base sulla Luna entro il 2028. Come ha scritto Caixin, la struttura – che ospiterà gli astronauti che Pechino conta di inviare sul satellite negli anni successivi, per contrastare il dominio della NASA statunitense sull’esplorazione spaziale – sarà probabilmente alimentata a energia nucleare.
Le prossime missioni lunari
La base, almeno nella sua configurazione essenziale, consisterà in un lander (o veicolo d’atterraggio), un hopper (o veicolo orbitale), un orbiter (o modulo orbitante) e un rover (o veicolo di trasporto). Tutti questi mezzi verranno costruiti durante le missioni lunari Chang’e 6, Chang’e 7 e Chang’e 8: i lanci delle prime due sono previsti rispettivamente per il 2025 e il 2026; la data dell’ultima non è invece ancora stata annunciata, ma si immagina sia il 2027. L’ultima missione, la Chang’e 5, si è conclusa nel dicembre 2020 con il ritorno sulla Terra di un carico di rocce e campioni di suolo.
La scelta del nucleare per l’alimentazione della base si deve alla necessità di rispondere alle necessità energetiche della struttura – che ha un consumo elevato, continuativo e di lungo termine –, difficilmente soddisfacibili con altre fonti. Wu Weiran, a capo del programma di esplorazione lunare della Cina, ha dichiarato all’emittente statale CCTV che “i nostri astronauti saranno probabilmente in grado di andare sulla luna nel giro di dieci anni”.
La competizione con gli Usa
Negli ultimi anni Pechino ha sviluppato un’ambizione spaziale fortissima: come sintetizza Bloomberg, ha mandato sonde sulla Luna, costruito una stazione spaziale propria (la Tiangong) e ha messo gli occhi anche su Marte. Esiste, dunque, una competizione tra Cina e Stati Uniti pure sullo spazio: la NASA ha un rover (chiamato Perseverance) sul Pianeta rosso e punta a riportare i propri astronauti sulla Luna entro la fine degli anni 2020, per la prima volta dalla conclusione del programma Apollo nel 1972. Entrambi i paesi stanno investendo cifre miliardarie per concretizzare i loro obiettivi cosmici. In ballo non c’è solo il (pur fondamentale) prestigio internazionale, ma anche la possibilità di garantirsi il controllo dell’orbita (attraverso i satelliti di telecomunicazione, che garantiscono proiezione sulla Terra), di accedere alle risorse spaziali e di colonizzare altri pianeti.
La base cinese sulla Luna dovrebbe sorgere sul polo sud del satellite. È in quest’area che, secondo gli scienziati, ci sono maggiori probabilità di trovare acqua – l’ossigeno dell’H2O, unito al metano e ad altri composti, permette di ottenere carburante per i razzi –, e infatti anche l’America intende stabilirvisi.
Pechino investe cifre miliardarie per obiettivi cosmici: ha mandato sonde, costruito una stazione spaziale e punta addirittura su Marte. La competizione con gli Usa si sposta nello spazio per il controllo dell’orbita, l’accesso a nuove risorse e la colonizzazione di nuovi pianeti.