Dell’Asia si parla poco sui media italiani, tendenzialmente solo a fronte di eventi, tragedie, elezioni, colpi di Stato o stranezze. Per questo della situazione del mar cinese del sud, delle isole contese, si sa poco, se non quando la situazione sembra diventare particolarmente grave. Si sa poco però di come i paesi vivano, a livello nazionale, questa tensione latente, che vive in equilibrio sottile e che rischia di spezzarsi da un momento all’altro.
L’ultimo episodio è avvenuto in questi giorni: uno scontro tra una nave cinese e un’imbarcazione vietnamita, con Hanoi pronta ad accusare immediatamente la Cina. Secondo quanto riportato dai media nazionali cinesi, l’imbarcazione vietnamita si sarebbe capovolta dopo la collisione con un peschereccio cinese nelle acque che entrambi i paesi rivendicano intorno alle isole Paracel. La Xinhua ha specificato che il peschereccio vietnamita «aveva cercato di interferire nelle operazioni della nave cinese», ma non ha fornito immediatamente dettagli.
Il contrammiraglio Ngo Ngoc Thu, vice comandante della Guardia Costiera del Vietnam, ha detto al Wall Street Journal stamattinache il peschereccio cinese ha speronato l’imbarcazione vietnamita, affondandolo. «Il peschereccio vietnamita è stato speronato mentre pescava nella zona di pesca tradizionale del Vietnam ed è affondato immediatamente a circa 17 miglia nautiche a sud-ovest della piattaforma petrolifera».

Il peschereccio vietnamita, ha tenuto a precisare Thu, «è una piccola barca in legno, mentre la nave cinese che lo ha speronato è una nave molto più grande di quella, costruita in acciaio». I 10 pescatori a bordo sono tutti in salvo.
Come ha sottolineato il Wall Street Journal «i funzionari vietnamiti hanno accusato navi cinesi di collisioni ripetute contro le navi vietnamite nei pressi della piattaforma petrolifera che la China National Offshore Oil Corp. ha inviato all’inizio di questo mese, a circa 130 miglia nautiche dalla costa del Vietnam. Il Vietnam dice che la piattaforma petrolifera è nella sua «zona economica esclusiva». La Cina rivendica anche la zona marittima vicino alle conteste isole Paracel, che Pechino di fatto controlla».
La tensione sulla piattaforma petrolifera ha scatenato proteste anti-cinesi in Vietnam, alcune delle quali violente il 13-14 maggio in parti industriali delle aree meridionali e centrali del paese. Fabbriche di Taiwan, Corea del Sud , Giappone e altri paesi esteri sono state prese di mira nella rivolta.
Si tratta dunque dell’ennesimo piccolo incidente, capace di risollevare il polverone intorno alle isole contese. Peché anche questi eventi possono essere dirompenti nel difficile equilibrio dell’area? Perché tra Cina e Usa la tensione è evidente, con nuove accuse di spionaggio informatico, e perché l’amministrazione Obama con la sua strategia pivot to Asia, sta di fatto circondando il paese, attraverso alleanze militari ed economiche. Ed ecco che lo scontro non è più tra piccoli paesi e grande potenza. Si ritorna al confront del secolo, Cina e Stati uniti. Così legati economicamente e così distanti e potenzialmente in conflitto conto terzi, strategicamente.
Dell’Asia si parla poco sui media italiani, tendenzialmente solo a fronte di eventi, tragedie, elezioni, colpi di Stato o stranezze. Per questo della situazione del mar cinese del sud, delle isole contese, si sa poco, se non quando la situazione sembra diventare particolarmente grave. Si sa poco però di come i paesi vivano, a livello nazionale, questa tensione latente, che vive in equilibrio sottile e che rischia di spezzarsi da un momento all’altro.