spot_img

M5S: morte e resurrezione?


Dalla caccia agli zombie alle prove di Governo. Dallo spirito pulp da “tifoso” all’esercizio della responsabilità. Lo choc Salvini ha prodotto la metamorfosi

Il Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio. REUTERS/Max Rossi

Dalla caccia agli zombie alle prove di Governo. Dallo spirito pulp da “tifoso” all’esercizio della responsabilità. Lo choc Salvini ha prodotto la metamorfosi

“Abbandoniamo il tifoso che c’è in noi”. L’ha scritto Beppe Grillo il 4 ottobre scorso sul suo blog, a dieci anni dalla nascita del Movimento 5 Stelle e a pochi giorni dalla kermesse annuale di Napoli. Una frase, quella di Grillo, che campeggia nel bel mezzo di un post celebrativo del percorso fatto dal M5S fino a oggi, compresa l’alleanza con il Pd di Nicola Zingaretti (“è uno step evolutivo”, ha scritto l’ex comico). E in effetti il M5S, rispetto al 2009, fa di tutto per apparire altro da sé, a cominciare dal lessico: neanche Grillo in persona, infatti, ricorre più alla retorica pulp della campagna elettorale per le politiche 2013, quella degli slogan che anticipavano un futuro non lontano in cui i 5 Stelle avrebbero scalzato i partiti tradizionali (allora detti “morti che camminano”) e in cui, da cittadini devoti al principio dell’“uno vale uno”, avrebbero “aperto il Parlamento come una scatola di tonno”. Né sembra, il M5S, all’alba del secondo Governo Conte, lo stesso Movimento che nella primavera di quel 2013, durante le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica, prima e dopo i tentativi falliti di “scouting” da parte di Pierluigi Bersani, si assiepava sotto Montecitorio con toni minacciosi.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Abbonati per un anno a tutti i contenuti del sito e all'edizione cartacea + digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €35

Abbonati per un anno alla versione digitale della rivista di geopolitica

Abbonati ora €15

ARTICOLI CORRELATI

rivista di geopolitica, geopolitica e notizie dal mondo