Petrolio, gas naturale e avidità alimentano tensioni nell’isola la cui riunificazione è ancora un miraggio.
Il 20 luglio del 1974, l’esercito turco invadeva il nord di Cipro e operava a tutti gli effetti la divisione dell’isola in due comunità distinte di lingua greca e di lingua turca.
Il risvolto positivo fu la fine quasi immediata delle violenze perpetratesi fino ad allora tra le due comunità. Da lì, tuttavia, ogni tentativo delle Nazioni Unite per la riunificazione dell’isola è fallito. L’ultimo insuccesso risale all’aprile 2012, quando l’organizzazione internazionale ha dovuto revocare la conferenza sul tema, per la mancanza di dialogo tra le due parti.
Le responsabilità sono innanzitutto politiche. Già in passato, quando un leader di una delle parti stava per concludere un accordo, i risultati di elezioni locali lo privavano del suo ruolo. Altro fattore rilevante, i mutevoli equilibri politici della Grecia e della Turchia che hanno assorbito ogni energia, rendendo l’idea della riunificazione di Cipro un vero e proprio miraggio.
Per continuare a leggere, scarica il pdf gratuito.
Petrolio, gas naturale e avidità alimentano tensioni nell’isola la cui riunificazione è ancora un miraggio.