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Quei bambini rapiti in Congo e gli effetti di una crisi ignorata


Mave Grace, 11 anni, in un campo profughi di Bunia. Alla bambina è stata mozzata una parte del braccio dai miliziani che hanno attaccato il suo villaggio e uccidendo sua madre incinta, i suoi tre fratelli e ferendo sua sorella. Repubblica Democratica del Congo, 12 aprile 2018. REUTERS / Goran

L’espressione “non c’è limite al peggio” torna utile per presentare uno spaccato attuale della Repubblica Democratica del Congo. Non ci accorgiamo oggi dei problemi del Paese africano, da decenni posto al centro di un territorio tanto instabile quanto povero, dove i repentini cambiamenti climatici contribuiscono ad aggravare se non a innescare scontri e violenze, da cui migrazioni di massa.

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