Consiglio europeo: partono i certificati vaccinali
Il Consiglio europeo di oggi farà il punto sulla situazione epidemiologica, ma non solo: i leader Ue affronteranno anche la spinosa questione dei certificati vaccinali
Il Consiglio europeo di oggi farà il punto sulla situazione epidemiologica, ma non solo: i leader Ue affronteranno anche la spinosa questione dei certificati vaccinali
Il Covid-19 e le strategie per contenerlo sono al centro del Consiglio europeo iniziato oggi e che si concluderà domani. I leader dell’Ue si sono riuniti in videoconferenza per discutere di gestione delle frontiere e della circolazione delle persone, della campagna vaccinale e della questione spinosa dei certificati vaccinali.
La Commissione europea ha alzato la voce contro i blocchi unilaterali alle frontiere decise da sei Stati membri: Bruxelles ha inviato una lettera di richiamo a Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Svezia e Ungheria perché revochino le restrizioni e tornino a un approccio condiviso sulla libertà di movimento. A dicembre, i leader avevano concordato una linea comune che si basava sull’adozione di una mappa condivisa del rischio, con restrizioni limitate solo alle regioni più colpite.
Le varianti del Covid e i vaccini in ritardo
A spaventare gli Stati membri sono le nuove varianti del Covid e la velocità con cui il virus si diffonde: “Le nuove varianti sono diventate i ceppi dominanti in molti Stati membri. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di sequenziamento e porre in essere le condizioni necessarie per l’aggiornamento dei vaccini”, dice il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel nella sua lettera ai 27.
Nel summit si discuterà anche dei ritardi nella consegna dei vaccini e del rispetto da parte delle aziende farmaceutiche degli impegni da esse assunti. Ieri il Commissario europeo responsabile della task force sui vaccini, Thierry Breton, ha dichiarato che entro la fine del 2021 saranno prodotte nell’Unione europea 2-3 miliardi di dosi. In Europa le industrie farmaceutiche sono numerose, ma è importante che riescano ad adattare le proprie risorse alla necessità della produzione dei vaccini, suggerisce Breton. “Il vaccino necessita 400-500 diverse componenti da assemblare in tempo reale. Se manca una sola di esse, tutta la catena viene interrotta”.
I certificati di vaccinazione
Un altro tema caldo sarà quello dei certificati di vaccinazione. Il Partito popolare europeo ha scritto a Charles Michael in previsione dell’incontro di oggi: “Ci aspettiamo progressi sulla questione di un certificato di vaccinazione europeo comune che dimostri che un individuo è stato vaccinato con successo”.
Il Commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders è tornato ieri sull’argomento: “Vogliamo avere un approccio digitale europeo per uso medico. Ma la vaccinazione non può diventare un obbligo per viaggiare”, ha spiegato Reynders. “Anche chi non si è sottoposto all’immunizzazione deve poter continuare a muoversi, con l’uso dei test e dei periodi di quarantena”.
Il Covid-19 e le strategie per contenerlo sono al centro del Consiglio europeo iniziato oggi e che si concluderà domani. I leader dell’Ue si sono riuniti in videoconferenza per discutere di gestione delle frontiere e della circolazione delle persone, della campagna vaccinale e della questione spinosa dei certificati vaccinali.
La Commissione europea ha alzato la voce contro i blocchi unilaterali alle frontiere decise da sei Stati membri: Bruxelles ha inviato una lettera di richiamo a Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Svezia e Ungheria perché revochino le restrizioni e tornino a un approccio condiviso sulla libertà di movimento. A dicembre, i leader avevano concordato una linea comune che si basava sull’adozione di una mappa condivisa del rischio, con restrizioni limitate solo alle regioni più colpite.
Le varianti del Covid e i vaccini in ritardo
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