Al Consiglio Ue di luglio, tra il premier italiano Conte e quello olandese Rutte la questione Recovery Fund si era fatta quasi personale. Ora condividono preoccupazioni di politica interna
Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte parla con il Primo Ministro olandese Mark Rutte all'inizio del vertice dell'Unione europea a Bruxelles, Belgio, 1 ottobre 2020. Olivier Hoslet/Pool tramite REUTERS
Al Consiglio Ue di luglio, tra il premier italiano Conte e quello olandese Rutte la questione Recovery Fund si era fatta quasi personale. Ora condividono preoccupazioni di politica interna
Il Primo Ministro italiano Giuseppe Conte parla con il Primo Ministro olandese Mark Rutte all’inizio del vertice dell’Unione europea a Bruxelles, Belgio, 1 ottobre 2020. Olivier Hoslet/Pool tramite REUTERS
Tra i due erano “volati gli stracci” al palazzo del Consiglio Ue nel luglio del 2020 nei quattro giorni di estenuante trattativa sul Next Generation EU da 750 miliardi di euro (209 per l’Italia). Tra il premier italiano Giuseppe Conte e quello olandese Mark Ruttela questione si era fatta quasi personale. Erano volate parole grosse. E anche qualche sfottò come quando lo stesso Conte, in una pausa notturna, tenne a ricordare alla delegazione olandese quello storico “cucchiaio” di Francesco Totti nella partita Italia-Olanda del 2000. “Do you remember Totti?”, andava chiedendo Conte agli olandesi mimando la parabola vincente. Poi, l’accordo si trovò all’alba del quarto giorno e le obiezioni di Rutte furono respinte tutte al mittente ma più che altro per l’intervento decisivo della Cancelliera tedesca Angela Merkel e del Presidente francese Emmanuel Macron.
Ebbene, ora i duellanti del Next Generation EU stanno condividendo analoghe preoccupazioni che riguardano le sorti delle rispettive politiche interne. Mentre Conte cerca in tutti i modi di evitare con il sostegno dei “costruttori” l’apertura ufficiale di una crisi creata da Matteo Renzi, Rutte, il leader europeo più longevo dopo la Merkel (è in carica dal 2010), si è già recato dal re per presentare le dimissioni sue e del suo gabinetto.
Il Governo di centro-destra di Rutte è stato travolto da uno scandalo legato a sussidi di welfare per l’infanzia già concessi che l’agenzia delle imposte olandese erroneamente chiedeva venissero restituiti (in alcuni casi oltre 40mila euro a famiglia, spesso immigrate). La caduta del Governo era già stata annunciata dopo che diversi partiti della coalizione avevano lasciato intendere che lo scandalo avrebbe avuto conseguenze politiche.
I leader dei partiti della maggioranza come quello cui appartiene Rutte, il Vvd oltre a Cda, D66 e i Cristiani Uniti si sono riuniti ieri per decidere il destino del Governo. Ma la tensione era aumentata già giovedì scorso con le dimissioni del leader del Partito laburista (PvdA) all’opposizione, Lodewijk Asscher, che fu Ministro per gli Affari sociali e l’occupazione in un precedente Governo Rutte, tra il 2012 e il 2017. Dimissioni che hanno aumentato la pressione politica sull’esecutivo e reso inevitabile la crisi. Ma la caduta del Governo Rutte III non porterebbe automaticamente a elezioni anticipate. L’attuale gabinetto potrebbe infatti rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti in vista delle elezioni legislative previste il prossimo 17 marzo.
Il caso è nato dopo che i funzionari del fisco olandese avevano accusato ingiustamente circa 20mila famiglie di frode, facendone indebitare molte per rimborsare le indennità per l’infanzia già erogate. Ma si è poi scoperto che si trattava di un errore del sistema informatico. “Non ho alcun coinvolgimento diretto nel caso – ha osservato Rutte – ma ovviamente un coinvolgimento indiretto. Penso di poter continuare come leader del partito, ma alla fine spetterà agli elettori decidere”.
Quanto all’Italia, la crisi aperta da Renzi preoccupa molto le cancellerie europee. La Merkel segue da vicino l’evolversi della crisi. E si augura che venga scongiurato il rischio che i “falchi” sovranisti di Lega e Fratelli d’Italia possano rialzare la testa e minacciare gli equilibri europei. Anche la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiesto al commissario italiano Paolo Gentiloni di rassicurarla sul fatto che l’attuale Governo filo-europeo non vada a casa. A condividere le idee di Renzi sull’attuale esecutivo sembra essere solo il Faz (Frankfurt Allgemeine Zeitung), secondo il quale “questo Governo italiano, oltre alla gestione della pandemia, non ha prodotto niente che guardi al futuro. Conte voleva distribuire i soldi di Bruxelles secondo criteri politici e clientelari”.
Al Consiglio Ue di luglio, tra il premier italiano Conte e quello olandese Rutte la questione Recovery Fund si era fatta quasi personale. Ora condividono preoccupazioni di politica interna
Tra i due erano “volati gli stracci” al palazzo del Consiglio Ue nel luglio del 2020 nei quattro giorni di estenuante trattativa sul Next Generation EU da 750 miliardi di euro (209 per l’Italia). Tra il premier italiano Giuseppe Conte e quello olandese Mark Ruttela questione si era fatta quasi personale. Erano volate parole grosse. E anche qualche sfottò come quando lo stesso Conte, in una pausa notturna, tenne a ricordare alla delegazione olandese quello storico “cucchiaio” di Francesco Totti nella partita Italia-Olanda del 2000. “Do you remember Totti?”, andava chiedendo Conte agli olandesi mimando la parabola vincente. Poi, l’accordo si trovò all’alba del quarto giorno e le obiezioni di Rutte furono respinte tutte al mittente ma più che altro per l’intervento decisivo della Cancelliera tedesca Angela Merkel e del Presidente francese Emmanuel Macron.
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