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Cooperazione militare tra Russia e Stati Uniti in Siria: i costi e i rischi


”L’inazione non è praticabile", racconta l’ex capo del Pentagono (nonché direttore della Cia) Leon Panetta ai microfoni di Margaret Brennan della Cbs. “Lo scenario migliore sarebbe questo: Assad lascia e si forma un governo di transizione che comprende tutte le fazioni, sunniti, sciiti e curdi. Poi russi e quello che resta dell'esercito siriano si uniscono agli americani per portare alla sconfitta definitiva lo Stato Islamico”. E lo scenario peggiore, chiede la giornalista? “Quello”, risponde Panetta, “vede un Assad ancora al potere, che continua ad uccidere i civili, mentre i rifugiati scappano e i russi continuano ad attaccare le forze moderate che gli americani cercano di addestrare”."Ma è quello che sta succedendo adesso!", commenta la Brennan. “Sì”, replica Panetta, “ed è quello che continuerà ad accadere se non troveremo una via d'uscita".

”L’inazione non è praticabile”, racconta l’ex capo del Pentagono (nonché direttore della Cia) Leon Panetta ai microfoni di Margaret Brennan della Cbs. “Lo scenario migliore sarebbe questo: Assad lascia e si forma un governo di transizione che comprende tutte le fazioni, sunniti, sciiti e curdi. Poi russi e quello che resta dell’esercito siriano si uniscono agli americani per portare alla sconfitta definitiva lo Stato Islamico”. E lo scenario peggiore, chiede la giornalista? “Quello”, risponde Panetta, “vede un Assad ancora al potere, che continua ad uccidere i civili, mentre i rifugiati scappano e i russi continuano ad attaccare le forze moderate che gli americani cercano di addestrare”.”Ma è quello che sta succedendo adesso!”, commenta la Brennan. “Sì”, replica Panetta, “ed è quello che continuerà ad accadere se non troveremo una via d’uscita”.

La soluzione prospettata dall’amministrazione Obama, ed anticipata la scorsa settimana dal Washington Post, non sembra trovare d’accordo l’ex titolare del Pentagono. In sostanza, si tratterebbe di un’offerta di maggiore collaborazione fatta dagli Stati Uniti alla Russia: non più uno semplice scambio delle coordinate degli obiettivi che si vuole colpire – scambio, peraltro, non privo di ostacoli negli ultimi mesi – ma la costruzione di un vero e proprio coordinamento militare tra le due potenze. Un Joint Implementation Group, ossia un nuovo quartier generale di comando e controllo stazionato ad Amman, formato da ufficiali della Difesa e dell’intelligence dei due Paesi, avrebbe lo scopo di stabilire, di comune accordo, gli obiettivi militari, che non comprenderebbero solo lo Stato Islamico, ma anche il Fronte al Nusra, la branca di Al Qaeda in Siria, una delle principali forze anti-Assad. In cambio di questa rafforzata collaborazione, che la Russia ha chiesto a gran voce negli ultimi mesi, Mosca si impegnerebbe ad impedire gli attacchi del regime siriano contro i civili e contro le forze ribelli vicine agli americani, nonché a garantire l’accesso degli aiuti alle aree assediate.

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