“Sottotenente delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, impiegata in Somalia nell’ambito dell’operazione IBIS 2 (…) veniva freddamente uccisa dalla furia omicida del (…) Altissimo esempio di dedizione e professionalità per un ideale di pace e di solidarietà umana”.
“Caporale del Corpo militare della Croce Rossa Italiana appartenente al personale di assistenza dell’Ospedale da campo n. 010 dislocato nell’ex Congo (…) immolava la vita a seguito delle ferite riportate durante l’aggressione. Fulgido esempio di assoluta dedizione, generoso altruismo e umana solidarietà sino all’estremo sacrificio”.
Due citazioni, due militari, due storie lontane nel tempo: la prima, Somalia 1993, operazione IBIS 2; la seconda, Missione ONU in Congo, 1961. Persone diverse, ma stesso ruolo e stessa uniforme: la Croce Rossa in guerra, per assistere e tutelare la vita di soldati e civili in conflitti che, nell’ultimo mezzo secolo, hanno infiammato l’Africa.
Soldati, ma diversi da quelli di carriera: i corpi ausiliari delle Forze Armate (Corpo Militare della Croce Rossa, Infermiere Volontarie, CM-EI-SMOM -Ordine di Malta) arruolano personale qualificato, ma che svolge attività volontaria. Un volontariato non facile sia che si svolga in patria in pace, sia che si pratichi in aree del mondo sconvolte da guerre e da calamità.
Cosa vuol dire corpo militare? E perché “ausiliario”? A rispondere è il Generale Mario Arpino, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare e, fino al marzo 2001, Capo di Stato Maggiore della Difesa.
Generale, cosa si intende per ausiliari delle Forze Armate?
“Che non hanno le stellette, che non sono militari”.
Allora perché si parla di “Corpo Militare”?
“Perché, quando il Corpo si trova ad operare in contesto operativo, il personale è sottoposto alla disciplina militare; è organizzato con una gerarchia militare (ufficiali, sottufficiali e truppa, nda); si coordina con gli uomini delle altre Forze Armate seguendo un protocollo militare e con un rapporto paritetico”.
Rapporto paritetico: qual è la posizione della Difesa su queste realtà?
“Tutti gli ospedali da campo hanno al loro interno elementi della Croce Rossa, alla quale la Difesa si rivolge, sempre, per quelle situazioni che richiedono un intervento di tipo sanitario e di assistenza. Molto apprezzato, ad esempio, è il lavoro delle Infermiere volontarie: fui io stesso ad attivare un corso di elisoccorso al fine di abilitare le infermiere ad operare sugli aeromobili dell’Aeronautica Militare. Ricordo ne furono entusiaste, anche se l’iniziativa ebbe vita breve”.
Nelle operazioni all’estero, il corpi ausiliari sono esposti agli stessi rischi degli altri militari?
“Sì e hanno anche avuto i loro caduti”.
Come il caporale Soru in Congo?
“Sì, o come Maria Cristina Luinetti, sottotenente delle infermiere volontarie di 24 anni, caduta a Mogadiscio nel corso della missione Ibis 2 per mano di un estremista islamico. Morta in un teatro bellico e decorata per il suo valore: ho fatto parte della commissione che le attribuì l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia. L’impegno del sottotenente e delle sue colleghe non si limitò, chiaramente, alla Somalia: durante la Guerra di Corea (1950-1953) l’Italia fu rappresentata dal personale medico-sanitario della Croce Rossa e le infermiere ebbero un ruolo importante nel coordinamento dei soccorsi ai militari e ai civili coinvolti nel conflitto. O, altro esempio dalla Storia, quello di Paola Del Din che gli inglesi paracadutavano nel Nord Italia, durante la Guerra civile, per fornire assistenza alle Brigate Osoppo (partigiani monarchici vittime dell’eccidio partigiano di Porzus, nda) nelle quali militava anche il fratello”.
Negli ultimi venti anni, i governi che si sono succeduti hanno ipotizzato (e talvolta attuato) tagli alle associazioni di assistenza; proposte di riforma più recenti, poi, hanno valutato la possibilità di smilitarizzare i Corpi. Sarebbe una scelta saggia?
Arpino: “Le dirò che, quando fu ventilata la proposta di scioglimento delle Infermiere Volontarie, mi opposi con fermezza: il loro lavoro, infatti, è tenuto in alta considerazione dalle Forze Armate ed è indispensabile, in Patria e all’estero”.
“Sottotenente delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, impiegata in Somalia nell’ambito dell’operazione IBIS 2 (…) veniva freddamente uccisa dalla furia omicida del (…) Altissimo esempio di dedizione e professionalità per un ideale di pace e di solidarietà umana”.
“Caporale del Corpo militare della Croce Rossa Italiana appartenente al personale di assistenza dell’Ospedale da campo n. 010 dislocato nell’ex Congo (…) immolava la vita a seguito delle ferite riportate durante l’aggressione. Fulgido esempio di assoluta dedizione, generoso altruismo e umana solidarietà sino all’estremo sacrificio”.