Il caso dell’arresto del noto personaggio televisivo cinese Rui Chenggang si tinge di nuovi elementi. Stando a quanto dichiarato dalla società Edelman in un comunicato via mail, «il presentatore del canale di notizie finanziarie della China Central Television, possedeva una partecipazione in una controllata Edelman e ha continuato a mantenere la partecipazione anche quando la controllata ha fornito servizi alla CCTV».
Nel comunicato la Edelman ha chiarito le cose, almeno ha provato a farlo: Edelman avrebbe acquistato una quota di maggioranza in Pegasus nel 2007 con l’acquisto di azioni da Rui e altri due investitori. Dopo l’acquisto iniziale di Edelman, la quota di Rui di Pegasus è stata ridotta a meno dell’8%, secondo la società. Rui sarebbe stato «un investitore di minoranza non attivo al momento dell’acquisizione», dice la nota dell’azienda.
La questione, ha scritto il Wall Street Journal, citando un articolo di lunedì scorso di Tencent Finance, «è che mentre il signor Rui ancora deteneva una partecipazione in Pegasus, la società è stata arruolata per aiutare il canale finanziario della CCTV a impostare e gestire un centro di trasmissione remota al World Economic Forum di Davos». Una notizia confermata da Edelman.
Stando a quanto trapelato, i dirigenti di Edelman avrebbero detto che «dopo l’acquisto di Pegasus, si aspettavano che Rui cedesse le sue azioni rimanenti subito dopo l’acquisizione. Invece, ha detto la società, ci sono voluti tre anni per organizzare la vendita della quota del signor Rui a Steven Cao, uno dei partner iniziali del signor Rui a Pegasus. Il signor Cao è l’attuale amministratore delegato delle operazioni di Edelman in Cina».
Anche il Financial Times si è occupato del caso Rui. Il presentatore, ha scritto il quotidiano finanziario, «apparentemente possedeva una quota dell’8 per cento in Pegasus fino al 2010, anche se Pegasus ha continuato a fare affari con il datore di lavoro del conduttore televisivo, la CCTV. In particolare, Pegasus ha fornito servizi alla CCTV durante il Forum economico mondiale nel 2009 e 2010 a Davos, in Svizzera. Non è chiaro se questi fatti hanno avuto nulla a che fare con l’arresto del signor Rui o se gli accordi abbiano violato le leggi cinesi».
La CCTV finora non ha effettuato alcun comunicato al riguardo. «La CCTV si sta nascondendo. Sono in attesa del loro destino», ha detto Michael Anti, un noto blogger e giornalista cinese al Financial Times.

Rui per altro non è l’unico caso di personaggi televisivi, finiti nel mirino della vigorosa campagna anti corruzione del presidente Xi Jinping. Nelle ultime settimane è stato arrestato anche Guo Zhenxi, direttore generale del canale di notizie finanziarie. Li Yong, vice-direttore per le notizie finanziarie, è stato arrestato insieme a Rui, secondo quanto ha riportato il Quotidiano del Popolo.
Il Wall Street Journal ha riportato che «Le società di pubbliche relazioni estere sono in genere in svantaggio in Cina perché hanno bisogno di aderire a standard etici e legali che non si applicano sempre ai loro concorrenti cinesi, secondo quanto dichiarato da James McGregor, presidente nella Grande Cina per APCO Worldwide».
«È davvero un mercato difficile, ma devi assicurarti di essere condiscendente», ha raccontato McGregor, «Se sei una società straniera di pubbliche relazioni in Cina, i tuoi clienti sono un gotha di multinazionali che vengono gestite da degli avvocati che stanno pensando costantemente al Foreign Corrupt Practices Act e a tutta quella roba lì».
Il caso dell’arresto del noto personaggio televisivo cinese Rui Chenggang si tinge di nuovi elementi. Stando a quanto dichiarato dalla società Edelman in un comunicato via mail, «il presentatore del canale di notizie finanziarie della China Central Television, possedeva una partecipazione in una controllata Edelman e ha continuato a mantenere la partecipazione anche quando la controllata ha fornito servizi alla CCTV».