Xi Jinping prosegue la sua battaglia anti corruzione: nel mirino pare esserci sempre lui, il funzionario che seppure in pensione, appare come il più difficle da abbattere, Zhou Yongkang. Ma il «repulisti» di Xi tra membri del partito e dell’esercito, dimostra come la rete relazionale dei «corrotti», le guanxi, sia in grado di rendere tutto più complicato.
Nei giorni scorsi, diciotto alti generali dell’Esercito popolare di liberazione (Epl) hanno giurato fedeltà al loro comandante in capo, il presidente Xi Jinping. Si tratta di una mossa inusuale, che gli analisti ritengono possa riflettera la forte presa che Xi ha sui militari. Fin dall’inizio del suo mandato, infatti, è stata sottilineata la confidenza e la vicinanza del presidente con gli ambienti militari.
Alcuni però hanno speculato che possa anche rappresentare l’atmosfera precaria nei ranghi dell’esercito, mentre il partito prosegue la sua campagna anti-corruzione di alto profilo anche nell’esercito. Nei giorni scorsi è stato messo sotto inchiesta l’ex vice capo della logistica dell’Epl Gu Junshan accusato di corruzione, mentre il suo ex capo e alleato, l’ex vice presidente Commissione Militare Centrale Xu Caihou, è stato arrestato. Ma non solo, perché ieri il Partito si è avvicinato ancora di più all’ex capo della sicurezza, Zhou Yongkang.
Guo Yongxiang, ex vice governatore del Sichuan e assistente di Zhou Yongkang, è stato espulso dal partito e affronterà a breve un processo, che potrebbe avere straordinarie conseguenze anche per l’ex membro dell’ufficio centrale del Politburo.
Guo, 65 anni, è accusato di aver preso tangenti «massicce», «direttamente o tramite suo figlio, e di aver abusato del suo potere aiutando gli altri, tra cui suo figlio, per fare profitti, da quanto ha reso noto ieri la Commissione centrale per l’ispezione disciplinare». Come al solito non mancano accuse di carattere morale: Guo sarebbe infatti anche indagato per comportamenti «immorali», ovvero relazioni extraconiugali.

L’annuncio su Guo – hanno scritto i media – avvicina ulteriormente il partito comunista alla decisione del destino di Zhou, che è sotto il giogo di un’indagine interna – si dice – da dicembre. Zhou è stato fino alla fine del 2012 uno dei nove più potenti funzionari del partito. E’ stato indagato dopo che i risultati di un’inchiesta su Guo sono stati presentati alla leadership superiore, ha riportato il South China Morning Post.
Le più gravi accuse contro Guo sono legate a tangenti ottenute attraverso il figlio, Guo Lianxing. «Si ritiene che quest’ultimo avesse rapporti d’affari con collaboratori e familiari di Zhou, secondo le fonti e i documenti. Una società energetica fondata con il nome del figlio nel 2010, è registrata allo stesso indirizzo di quattro imprese note per avere stretti legami con il figlio maggiore di Zhou, Zhou Bin. L’immobile è di proprietà della suocera di Zhou Bin, Zhan Minli».
Cosa significa questo evento, al di là della consueta volontà del Pcc di incriminare ex funzionari, per fare spazio presumibilmente a nuovi? La stessa vecchia storia, già messa in evidenza da report omrai famosi, come quello del New York Times. Non si tratta solo di politici corrotti che hanno approfittato della propria posizione: si tratta invece di imperi familiari, basati sulla rete relazionale di ogni singolo funzionario, i guanxi, che sfruttano ogni membro della famiglia e di quel giro di persone vicine, una sorta di cerchio magico alla cinese. In questo modo le piramide finanziarie, basate su tangenti e possibilità di accedere ad informazioni riservate, diventano difficilmente inestricabili.
Xi Jinping pare voglia andare fino in fondo, almeno fino al prossimo cambio di vento. Che spesso coincide con il cambio di leadership.
Xi Jinping prosegue la sua battaglia anti corruzione: nel mirino pare esserci sempre lui, il funzionario che seppure in pensione, appare come il più difficle da abbattere, Zhou Yongkang. Ma il «repulisti» di Xi tra membri del partito e dell’esercito, dimostra come la rete relazionale dei «corrotti», le guanxi, sia in grado di rendere tutto più complicato.