Nessun paese al mondo è senza corruzione. L’Italia è ancora molto indietro nella classifica sulla corruzione. Ad affermarlo è un rapporto di Transparency International, il nuovo Indice sulla percezione della corruzione nel settore pubblico e politico (CPI) che analizza la situazione in 168 paesi. L’Italia è 61esima con un punteggio di 44 in una scala da 0 (altamente corrotti) a 100 ( meno corrotti) , insieme al Lesotho, il Senegal, il Montenegro e il Sudafrica. Penultima tra i paesi Ue. Danimarca, Finlandia e Svezia i meno corrotti. Rispetto all’anno scorso il nostro paese ha guadagnato un punto da 43 a 44 e otto posizioni da 69 a 61.
Corruzione nel settore pubblico e in politica
Si comincia a intravedere qualche debole segno di miglioramento ma l’Italia per quanto riguarda i paesi Ue è decisamente in fondo alla classifica, seguita solo dalla Bulgaria, ed è persino dietro a due paesi riconosciuti per essere fortemente corrotti come la Grecia e la Romania, entrambi al 58esimo posto con un punteggio di 46. “Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni” –commenta Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, associazione che compie quest’anno il suo ventennale impegno nel portare l’etica e la trasparenza al centro della vita politica del nostro paese – “Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio”.
Nessun paese in classifica ottiene il massimo del punteggio pari a 100, perché attualmente nessun paese al mondo è senza corruzione: oltre 6 miliardi di persone vivono in un paese con un serio problema di corruzione. I paesi del Nord Ue con in testa la Danimarca, con 91 punti, seguita da Finlandia e Svezia si affermano tra i meno corrotti. Mentre fanalino di coda rimangono la Somalia e la Corea del Nord. Il Brasile, colpito dal caso Petrobas, ha subito un crollo di ben cinque punti in un anno, passando dal 69esimo posto al 76esimo.
Nel 2015 nell’America del Sud si registrano due fenomeni la scoperta di imponenti reti di corruzione e grandi manifestazioni di massa dei cittadini contro la corruzione.
Mentre in Europa i governi seppure favorevoli ad approvare leggi che affrontino la corruzione, tendono ancora a rafforzarla. Preoccupante è soprattutto il peggioramento in questo senso in Ungheria, Macedonia, Spagna e Turchia. In questo momento si nota una crescita generale della corruzione in Ue.
I paesi del Nord sono i primi in classifica, ma anche loro hanno qualche sassolino nelle scarpe : nel 2015 in Danimarca si è verificato un grave caso di corruzione che ha coinvolto tredici impiegati pubblici, il sindaco di Bergen, la seconda città della Norvegia, è stato incolpato di corruzione. Mentre in Svezia l’azienda in parte statale TeliaSonera si trova in mezzo ad accuse di corruzione in Uzbekistan. Ad Helsinki il capo della polizia anti droga è accusato di un reato per droga. In paesi come l’Azerbaijan, Kazakhstan, Russia, Uzbekistan i governi stanno restringendo la libertà dei media e della società civile.
In Europa Occidentale, si segnalano ancora gli scandali bancari, in particolare nel 2015 quello che ha investito la Deutsche Bank.
L’amara constatazione di Transparency International è che si leggono ovunque nei paesi leggi anticorruzione ma non vengono applicate e rinforzate contro le impunità per i reati di corruzione.
@IreneGiuntella