
Era quasi scritto in calce alla sentenza di condanna a 22 anni che la liberazione della pilota ucraina sarebbe avvenuta a breve. Prigioniero di alto profilo, Nadiya Savchenko era diventata quasi scomoda per la Russia. Che non poteva perdere la faccia.
Ne avevamo parlato esattamente un mese fa, qui, proprio all’indomani della condanna di Aleksandr Aleksandrov e Evgeny Erofeev, i due militari russi catturati in Donbass e scambiati l’altro ieri con Nadiya Savchenko. La sua liberazione era una questione sul tavolo tra Russia e Ucraina già dal giorno della sua condanna, né avrebbe potuto essere diversamente. Nadiya è sempre stata intesa da Mosca come un prigioniero d’alto profilo da cedere a caro prezzo, ma le cose sono cambiate nel corso dei due anni. La carica mediatica che l’ha accompagnata, l’elezione alla Rada, l’adorazione in patria e la fama internazionale l’hanno trasformata da preziosa merce di scambio a prigioniera scomoda. La prova è il magro bottino con cui è stata barattata: un eroe nazionale in cambio di due anonimi e modesti soldati.
Il non scambio
A differenza di un altro recente caso celebre, quello di Eston Kohver, Nadiya era diventata talmente grande nelle mani della giustizia selettiva russa da non poter nemmeno essere scambiata. Almeno nella forma. “Il trasferimento di Nadiya Savchenko in Ucraina e di Alexandrov ed Erofeev in Russia è avvenuto sulla base della Convenzione sul trasferimento delle persone detenute all’estero, ratificata dalla Russia e dall’Ucraina”, ha detto a caldo la presidente del Consiglio della Federazione russa, Valentina Matvienko. “Non si tratta di uno scambio di prigionieri”, ha aggiunto. Né poteva essere diversamente, perché Mosca ha sempre trattato Savchenko come una criminale e non una prigioniera di guerra. E perché scambiarla con Aleksandrov e Erofeev avrebbe significato ammettere implicitamente che la Russia è in guerra con l’Ucraina. Bestemmia.
Negare l’evidenza sta diventando sempre di più una specialità dei governanti e dei media russi. La convenzione di cui parla Matvienko prevede una condanna, nessun appello e il fatto di scontare la pena in patria. Non è cioè una liberazione ma soltanto un’agevolazione per il condannato e i suoi parenti. Per aggirare l’ostacolo, i due presidenti russo e ucraino hanno dovuto graziare in contemporanea in rispettivi prigionieri, consentendogli di tornare a casa nello stesso momento, con due voli che si sono incrociati, da persone libere.
Ha tutto l’aspetto di uno scambio? Pazienza.
Pronta a morire
Il tributo ricevuto da Nadiya al suo rientro in patria stride con il silenzio che ha circondato l’arrivo dei due soldati russi a Mosca. Solo una tv ad aspettarli all’aeroporto, nessuna conferenza stampa, nessun accenno al loro ruolo di militari in servizio nel momento in cui sono stati arrestati in Ucraina, nessun trattamento da eroi. Sputnik news ha parlato genericamente di “due cittadini russi”, mentre RT non ne ha parlato proprio. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha ribadito la linea del Cremlino, dicendo che i due si trovavano in Donbass come semplici cittadini russi e non come soldati. Affermazione che contrasta però con i primi interrogatori dei due che ammisero di essere in servizio effettivo per il Gru, il servizio segreto militare russo, impegnato in operazioni militari in Ucraina, salvo poi smentirsi durante il processo.
Nadiya Savchenko, a differenza di Aleksandrov e Erofeev, non ha mai smesso di gridare la propria innocenza, l’assurdità delle accuse, il fatto di essere stata portata illegalmente in Russia e la propria totale dedizione all’Ucraina. La stessa che ha gridato appena atterrata a Kiev «Sono pronta a morire per l’Ucraina, in ogni momento».
Per i due militari russi che Mosca vuole nascondere e far dimenticare, c’è ora in Ucraina un personaggio che gode di un supporto popolare che fa invidia a qualunque politico, che è già membro della Rada perché eletta durante la sua prigionia, una persona che nell’immaginario degli ucraini è davvero senza macchia e senza paura, a differenza anche dei migliori tra i suoi governanti. «Il parlamento sarà composto solo da persone che meritano di esserci», ha detto ai giornalisti ancora sulla pista dell’aeroporto. «Sarò franca. Non so come ottenerlo né penso che succederà domani, ma sono pronta a morire per questo». Un programma politico da far tremare Rada e Bankova.
@daniloeliatweet
Era quasi scritto in calce alla sentenza di condanna a 22 anni che la liberazione della pilota ucraina sarebbe avvenuta a breve. Prigioniero di alto profilo, Nadiya Savchenko era diventata quasi scomoda per la Russia. Che non poteva perdere la faccia.