La road map di pace in Donbass arranca. L’Europa e gli Usa accusano la Russia di non fare abbastanza, mentre gli occhi del mondo sono puntati altrove. E se Mosca decidesse di far saltare il tavolo?
L’Ucraina è del tutto impreparata a fronteggiare un’eventuale ripresa del conflitto nell’est. Nel caso in cui qualcosa nel percorso di pace dovesse andare storto, per Kiev sarebbe quasi impossibile contenere un’avanzata dei separatisti appoggiati dalla Russia. E, come ha dimostrato il passato recente, Europa e Usa sarebbero disposti a ben poco per difendere il Paese.
Yaroslav Tynchenko, esperto di storia militare ucraino, ha passato ai raggi x le forze di cui Kiev dispone sul campo e, soprattutto, tutto quello che (non) si è fatto fino a oggi per preparare i militari alla guerra, quella vera.
I quattro cardini
L’analisi di Tynchenko è spietata. Attraverso la fotografia dello stato delle forze armate ucraine, dei battaglioni dispiegati sul campo, della gerarchia e degli armamenti, emerge in controluce un ritratto dell’intero Paese. Che fa molta fatica a scrollarsi di dosso problemi e vizi atavici.
Tynchenko prende in esame i quattro cardini di una forza armata: selezione, equipaggiamento, addestramento militare e motivazione.
Ad oggi, le forze armate ucraine sono formate da circa 250mila uomini, compresi 84mila arruolati durante le ultime campagne di mobilitazione e 46mila aiutanti civili. Questi ultimi includono anche un gran numero di riservisti. Tutti gli altri sono ufficiali, il cui numero è incredibilmente sproporzionato rispetto ai soldati semplici, e contractor. Nell’arco di quest’anno, però, gli arruolati durante le ultime mobilitazioni saranno congedati e gli incarichi dei contractor scadranno. Stando così le cose, chi occuperà le prime linee?
Sul fronte dell’equipaggiamento e delle armi, la situazione è persino peggiore. L’industria militare ucraina è quel che resta di quella sovietica. Frammenti obsoleti di una catena i cui centri di produzione erano sparpagliati in tutta l’Urss. Così oggi diverse fabbriche ucraine producono parti di aerei ma nessuna è in grado di costruire un solo velivolo militare; oppure corazze e motori per veicoli blindati ma quasi nessuna che produca pezzi d’artiglieria per farli sparare. Delle 11 fabbriche di munizioni, ben sette si trovano oggi in territorio controllato dai separatisti.
La guerra in Donbass, un piccolo conflitto locale secondo gli standard internazionali, ha praticamente esaurito le scorte di munizioni di tutti i calibri, e i russi lo sanno bene. Il risultato è che le forze ucraine sono state costrette a usare armi costruite prima della Seconda guerra mondiale, come le mitragliatrici Maxim (di cui ci sono munizioni in abbondanza) in battaglie cruciali come quella dell’aeroporto di Donetsk o nella difesa dei checkpoint.
3,4%
La suddivisione della spesa militare riflette bene la situazione. L’80% del bilancio è destinato alla manutenzione dei mezzi, contro il 50% di un moderno esercito, il 16% allo sviluppo di nuovi sistemi (contro il 30%) e appena il 3,4% all’addestramento (contro il 20%).
La preparazione delle truppe è nulla, proprio anche a causa della mancanza di munizioni. L’aviazione non fa addestramenti, anche a causa di un blocco dopo che un Su-25 è precipitato vicino Zaporizhzhia lo scorso novembre, le truppe di terra non svolgono esercitazioni di alcun tipo, mentre solo i civili nuovi arruolati ricevono un veloce addestramento base.
La paga mensile di un soldato professionista è di 2300 hryvnia, 90 euro. Un ufficiale con vent’anni di servizio arriva a guadagnare 6mila hryvnia, 240 euro. Solo chi non riesce a trovare niente di meglio nella vita civile è disposto a rischiare la vita per così poco. Il ministero della Difesa si trovato ad arruolare uomini con problemi mentali o fisici, e le capacità militari non sono nemmeno prese in considerazione.
Con questa situazione, un’eventuale nuova escalation del conflitto avrebbe effetti devastanti sull’Ucraina.
@daniloeliatweet