La corte di Jinan, nello Shandong, ha ufficialmente accusato Bo Xilai di corruzione, tangenti e abuso di potere. Nei giorni precedenti all’incriminazione pare che i pubblici ministeri di Jinan fossero scomparsi: secondo i bene informati questo dettaglio avrebbe anticipato proprio la novità arrivata in questi giorni. Il processo dovrebbe svolgersi il mese prossimo, a porte chiuse. In Cina a questo genere di appuntamenti si arriva quando già tutto è deciso, tanto che già si parla di quindici anni di condanna.

Stando ai media di stato, «l’imputato Bo Xilai, in qualità di funzionario, ha approfittato dei privilegi del suo ufficio per ottenere benefici per altri e ha ricevuto illegalmente denaro e oggetti in grandi quantità. Ha inoltre sottratto una quantità estremamente grande di fondi pubblici e abusato dei suoi poteri, causando pesanti perdite per gli interessi della nazione e del popolo in modo estremamente grave». Le accuse nei confronti di Bo potrebbero includere l’aver accettato tangenti pari a 20 milioni di yuan (2 milioni e mezzo di euro circa), appropriazione indebita di altri cinque milioni di yuan e abuso di potere.
Queste le accuse, che dovrebbero portare a chiudere la saga di Bo Xilai, che per la Cina ha significato uno dei più grandi scandali politici degli ultimi vent’anni. L’epopea di Bo Xilai, infatti, oltre a tangenti e abuso di potere, ha tirato in ballo anche un omicidio (di Neil Heywood, faccendiere britannico, per la cui morte è stata condannata alla pena di morte, sospesa, la moglie di Bo, Gu Kailai), la fuga del braccio destro di Bo, Wang Lijun (condannato a 15 anni di carcere) al consolato americano di Chengdu e più di tutto una guerra senza esclusione di colpi all’interno del Partito.
Cosa significa quindi che ora Bo sarà processato?
Questo genere di cose in Cina richiede infatti una sorta di unanimità politica. Bo Xilai, oltre ad essere stato un politico in ascesa (figlio di Bo Yibo uno degli Otto Immortali della Rivoluzione cinese) e rappresentare una sorta di Partito all’interno del Partito, era membro del Comitato Centrale. Durante la sua detenzione, prima sottoposta agli organi di disciplina del Partito e poi alla giustizia penale, si dice che Bo Xilai avrebbe rifiutato di collaborare con le autorità. Sarebbe anche entrato in sciopero della fame e sarebbe stato ricoverato in ospedale. Sono voci, naturalmente, perché la realtà dei fatti è probabilmente a conoscenza di ben poche persone.
Al riguardo c’è naturalmente una lettura politica: il fatto che la vicenda Bo vada verso la sua conclusione, potrebbe significare che Xi Jinping non si è affatto dimenticato della vicenda e che vuole risolverla prima dell’incontro politico dell’autunno tra i leader del Partito. Significa inoltre che il Partito ha trovato un’unanimità su come gestire tutto l’evento, perché incriminazioni di questo tipo contro una personalità importante, richiedono una sorta di gestione collettiva. L’annuncio del processo imminente significa dunque che il Partito ha deciso e non ci sono più voci contrastanti. Se mai ci sono state.