Tocca alla Croazia la presidenza del Consiglio dell’Ue. Nell’Unione, le donne guadagnano ancora il 16% in meno rispetto agli uomini.
La Presidenza del Consiglio dell’Ue alla Croazia
È iniziato il primo gennaio 2020 il semestre di Presidenza del Consiglio dell’Ue della Croazia, la prima volta per il più giovane Stato dell’Unione (membro dal 2013). Tra gli impegni che attendono la presidenza croata, ci saranno la Brexit (e l’avvio delle trattative sulle future relazioni con il Regno Unito), i negoziati per stabilire il quadro finanziario Ue 2021-2027 e la questione dell’allargamento (anche in vista del vertice Ue-Balcani occidentali che si terrà proprio in Croazia a maggio). Il Premier Andrej Plenkovic ha indicato come priorità della presidenza: sviluppo, infrastrutture, sicurezza e un forte impatto su scala globale. “Pur se l’Unione europea è la seconda economia e costituisce un quinto del Pil globale, nell’attuale periodo di grandi cambiamenti tecnologici, geopolitici e demografici, l’economia e il mercato del lavoro dell’Ue si trovano ad affrontare una concorrenza sempre crescente, principalmente dagli Stati Uniti e dalla Cina. La risposta a questo è un’Europa più forte che cresce e si sviluppa in modo equilibrato e inclusivo” ha dichiarato Plenkovic.
Voto: 7 di incoraggiamento alla matricola Croazia: bene puntare su sviluppo equilibrato e inclusivo
Lavoratrici europee e differenze retributive
La Commissione europea ha pubblicato a novembre un report sul gender pay gap dell’Unione: le lavoratrici dell’Ue guadagnano ancora in media il 16% in meno rispetto agli uomini. Le cause del divario retributivo sono molteplici: le donne lavorano più di frequente a tempo parziale, lavorano in settori in cui le retribuzioni sono più basse o, spesso, spetta in primis a loro occuparsi della famiglia (in Europa circa la metà delle donne che è fuori dal mercato del lavoro dichiara che è in questa situazione per le responsabilità familiari). La giornata europea per la parità retributiva si è celebrata il 4 novembre, ossia il giorno in cui simbolicamente le donne smettono di essere pagate rispetto ai loro colleghi uomini per lo stesso lavoro (due mesi di lavoro gratis!). Tra gli stati europei, il gap è più basso in Lituania, Finlandia, Svezia e Lettonia mentre il divario più ampio si registra a Malta, Italia e Grecia. Le differenze retributive sono in genere molto più basse fra i giovani e nel settore pubblico.
Voto: 4 all’Europa del Sud! Non è possibile impiegare tre generazioni per fare progressi…
Etichette per i territori occupati
La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito l’obbligo per i Paesi membri di indicare quando un prodotto proviene dai territori occupati all’interno d’insediamenti israeliani. La Corte ha dichiarato che “l’indicazione del territorio di origine degli alimenti in questione è obbligatoria, al fine di evitare che i consumatori possano essere indotti in errore in merito al fatto che lo Stato di Israele è presente nei territori in quanto potenza occupante e non in quanto entità sovrana”. La decisione è stata presa dalla Corte nell’ambito di una querelle in Francia che riguardava un produttore di vino di un insediamento vicino Gerusalemme. La battaglia sulle etichette tra Bruxelles e Gerusalemme va avanti da anni. Israele si era già opposto all’indicazione obbligatoria sull’etichetta dei prodotti provenienti dai territori occupati, sostenendo che fosse discriminatoria rispetto ad altri paesi con in corso dispute territoriali.
Voto: 3 a Israele, per abbandonarsi a comportamenti inutilmente persecutori, senza rendersene conto
@ilarias
Questo articolo è pubblicato anche sul numero di gennaio/febbraio di eastwest.
Puoi acquistare la rivista in edicola o abbonarti.
Tocca alla Croazia la presidenza del Consiglio dell’Ue. Nell’Unione, le donne guadagnano ancora il 16% in meno rispetto agli uomini.