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Danimarca: dopo l’attentato il Paese si chiede chi è davvero


Sono trascorsi diversi giorni dagli attacchi di Copenaghen, ma la Danimarca resta sotto shock. La sparatoria al centro culturale Krudttønden, dove era in corso un dibattito su islam e libertà di espressione, e quella alla casa ebraica di Krystalgade, dove si celebrava un bar mitzvah, hanno sconvolto l’opinione pubblica. Il bilancio è tragico: due innocenti uccisi, cinque poliziotti feriti, il presunto colpevole Omar Abdel Hamid El Hussein eliminato dalla polizia.

Sono trascorsi diversi giorni dagli attacchi di Copenaghen, ma la Danimarca resta sotto shock. La sparatoria al centro culturale Krudttønden, dove era in corso un dibattito su islam e libertà di espressione, e quella alla casa ebraica di Krystalgade, dove si celebrava un bar mitzvah, hanno sconvolto l’opinione pubblica. Il bilancio è tragico: due innocenti uccisi, cinque poliziotti feriti, il presunto colpevole Omar Abdel Hamid El Hussein eliminato dalla polizia.

Copenhagen, Denmark Danish flags are placed next to flowers as people gather for a memorial service held for those killed on Saturday by a 22-year-old gunman, in Copenhagen February 16, 2015. Danish police said on Monday they had charged two people with aiding the man suspected of shooting dead two people in attacks on a synagogue and an event promoting free speech in Copenhagen at the weekend. The shootings, which Danish Prime Minister Helle Thorning-Schmidt called acts of terrorism, sent shockwaves through Denmark and have been compared to the January attacks in Paris by Islamist militants that killed 17. REUTERS/Hannibal Hanschke

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